E Romano Volta, per l’ennesima volta, non compra. Mister Datalogic, l’imprenditore bolognese proprietario già di due edifici storici in via D’Azeglio, di cui uno è Palazzo Pizzardi, il discusso nuovo tribunale, aveva vinto, unico concorrente, l’asta della Provincia che aveva messo in vendita l’ex Maternità, il complesso storico all’incrocio tra via D’Azeglio e via Tovaglie. E aveva lasciato una caparra. Ma da allora già a metà marzo sono scaduti i 90 giorni previsti dal contratto per il rogito e non è ancora stato effettuato, nonostante le ripetute proroghe. In Provincia si è parlato dell’8 aprile, ma niente, Volta non ha comprato. Poi qualche giorno fa l’assessore al patrimonio Marco Pondrelli ha assicurato: senz’altro il 22 aprile ci sarà la transazione – ma ad oggi nulla. Si parla della prossima settimana, o forse perfino di maggio. E una cosa è certa: l’ennesimo rinvio, anche se la vendita dell’ex Maternità figura da tempo nel bilancio preventivo della Provincia.

Su Romano Volta in questi giorni sono puntate le attenzioni della città, e in realtà di tutta Italia da quando domenica sera anche Report ha parlato della vicenda di Palazzo Pizzardi, finita in Procura: il palazzo è stato comprato da Volta nel 2005 al secondo tentativo e proprio il giorno prima che l’allora sindaco Sergio Cofferati scartasse un’altra ipotesi per il nuovo tribunale. Ora Volta affitta l’immobile (a detta di molti assai piccolo per la funzione di tribunale che gli è stata attribuita) al Comune per un canone che, in dodici anni, ammonta a 40 milioni e rotti (più Iva ed escluse le spese di gestione).

La ex Maternità era stata vinta all’asta da Volta questo dicembre per una cifra di 17 milioni di euro, ma da allora la vita in via D’Azeglio angolo Tovaglie non è stata tranquilla. Qui infatti si trovano una materna e un nido, dove più di cento bambini vanno a scuola. Ma in autunno, in corrispondenza dell’uscita del bando di gara, le istituzioni locali hanno intavolato il trasferimento dei bimbi per riferiti problemi di sicurezza. I genitori si sono mobilitati e fino a poche settimane fa la situazione era quella di una sezione trasferita in un altro quartiere e un’altra scomparsa. Poche settimane fa durante il giro di Virginio Merola nella scuola i genitori hanno chiesto informazioni sulla situazione, Merola ha sentito la Provincia, che gli ha riferito che i bambini rimarranno dove sono, sia le materne che il nido.

Venerdì scorso le famiglie vengono chiamate a una riunione, dove il Comune e il Quartiere comunicano la soluzione definitiva: nido e materna resteranno dove sono, con tutte le sezioni. Il Comune per voce della dottoressa Bruni, che dirige i Lavori pubblici, si impegna a mettere in sicurezza la struttura, anche durante i lavori che la società di Volta, la Hydra immobiliare, dovrà fare. Per la materna, viene spiegato ai genitori, i servizi competenti contatteranno le famiglie per capire se anche chi aveva chiesto di essere spostato in un’altra scuola vuole ritornare alla materna Padiglione. Anche i bimbi del nido che passeranno alla materna l’anno prossimo potranno iscriversi lì: anche senza dover riaprire il bando per la scuola materna, la situazione sembra ristabilirsi per il meglio.

Rimangono a oggi due quesiti: chi dovrà pagare per i lavori di manutenzione promessi dal Comune una settimana fa? Gli enti locali, dopo anni di incuria in previsione della vendita e con un affitto già salato concordato con Volta anche in vista dei lavori che dovrà fare? Oppure il proprietario, come sarebbe normale? E il secondo quesito, forse non scollegato dal primo, è: perché Volta continua a rinviare il rogito senza dare pubblicamente spiegazioni?

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