Il procuratore aggiunto Valter Giovannini aveva voluto precisarlo: “Non vorrei che qualche tifoso pensasse che stiamo perseguitando i giocatori”. Ma i tifosi rossoblu non hanno recriminato l’operato della Procura di Bologna, intenta nelle indagini sui falsi pass per disabili. Nell’occhio del ciclone della tifoseria sono caduti – a qualcuno doveva toccare – i giornalisti che operano nel capoluogo emiliano romagnolo, apostrofati come “terroristi”.
Le parole utilizzate dai tifosi lasciano spazio a poche interpretazioni: “Giornalisti terroristi. Giù le mani dai nostri ragazzi”. È questo lo striscione che la curva Bulgarelli, dove sono posizionati gli ultrà del Bologna, ha esposto all’inizio della partita fra Bologna e Cesena.
I tifosi, che anche quest’oggi si sono ritrovati a incassare una sonora sconfitta, hanno così voluto contestare la pubblicazione della notizie sul coinvolgimento di diversi giocatori del Bologna nell’inchiesta della Procura sull’uso illegittimo dei pass auto per i disabili.
Nelle indagini condotte da Giovannini, tuttavia, non vi è al momento alcun indagato, ma solo persone informate sui fatti. Al momento sono già stati sentiti in Procura il portiere Emiliano Viviano, il capitano Marco di Vaio (che a seguito della vicenda ha restituito il Nettuno d’Oro consegnatogli dall’amministrazione comunale) oltre che Gaby Mudingayi, Daniele Portanova, Vangelis Moras, Archimede Morleo, Andrea Esposito e Massimo Mutarelli.
Al vaglio degli investigatori, infatti, ci sarebbe l’ipotesi che i giocatori coinvolti abbiano effettivamente utilizzato privilegi come l’accesso alla zona T e alla Ztl, ossia a zone a traffico limitato, e come la possibilità di viaggiare sulle preferenziali e di non pagare il parcheggio sulle strisce blu.