Sette le vittime del fuoco aperto sulla folla presente alle diverse cerimonie nel Paese. "Sarà un momento di protesta", aveva dichiarato un'attivista. Da Stati Uniti e Italia arriva la condanna: "Assad fermi le violenze e pensi alle riforme"
Le forze di sicurezza siriane hanno intanto imposto il coprifuoco a Barze, uno dei sobborghi di Damasco teatro ieri dell’uccisione di alcuni manifestanti. Violenze ridimensionate dal regime, che riferisce solo di otto vittime e 28 feriti tra manifestanti e agenti e aggiunge di aver sequestrato a un “gruppo armato criminale” alcune bottiglie di plastica riempite con “sangue vero”, usate per simulare il ferimento o l’uccisione di civili da parte delle forze di sicurezza. Oggi intanto due deputati, Nasser al Hariri e Khalil Rifai, hanno annunciato le loro dimissioni al parlamento siriano, in seguito alle uccisioni dei sivili. E’ la prima volta che accade dall’inizio delle proteste.
“Questo atroce ricorso alla violenza per fermare la protesta deve finire subito”. Così il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha commentato gli scontri di ieri in Siria. Accusando anche il presidente Assad di cercare “l’aiuto iraniano nel reprimere la libertà dei cittadini siriani, attaverso le stesse azioni brutali che sono state usate dai suoi alleati di Teheran”. Accuse che un portavoce del governo di Assad ha definito “irresponsabili e parte di una provocazione che mette in pericolo la sicurezza del nostro popolo”. Ma all’appello di Obama si è subito unita l’organizzazione per i diritti umani ‘Human Rights Watch‘, che ha chiesto all’Unione Europea di “imporre sanzioni mirate contro figure chiave del regime”. Non solo visti vietati e congelamento dei beni, ma gli attivisti chiedono che l’Ue “interrompa i suoi accordi con i regimi repressivi e conduca una politica estera degna dei suoi ideali”. “Questi sono eventi storici che non potevano essere previsti, – ha aggiunto Nadim Houry, analista dell’organizzazione – è un’opportunità unica per costruire una relazione con la nuova società araba”. Anche dall’Italia arriva la condanna della “violenta repressione contro i manifestanti”, ieri in Siria. “Il diritto di manifestare pacificamente deve essere rispettato. – ha scritto in una nota Maurizio Massari, portavoce della Farnesina – L’attuazione concreta delle riforme ed il rispetto delle libertà fondamentali sono indispensabili per restituire al Paese quella stabilità sostenibile di cui necessita”.