“O amata città di Bologna – sottolinea – anche per te oggi è scaturita la sorgente della speranza; anche in te e per te Cristo è risorto, e dunque anche a te oggi è aperta la possibilità di un nuovo futuro, di edificarti in una vita nuova. Ascolta l’Apostolo; ascolta il testimone della risurrezione del Signore, e le tue rovine saranno ricostruite”.
Con la Pasqua, osserva Caffarra in un altro passaggio, “Dio si è realmente manifestato, vincendo in Gesù e per mezzo di Gesù la morte. Ma viene anche detto che questa manifestazione, vittoria di Dio ha cambiato la condizione umana – aggiunge -: ha dato ad ogni uomo una nuova possibilità di essere uomo. Miei cari amici, questo è ciò che stiamo celebrando; questa è la Pasqua dei cristiani”.
Solennità, ammonisce il cardinale, che presenta anche un “fondo drammatico. Infatti – prosegue – delle due l’una: o Cristo è veramente risorto, ed allora per ciascuno di noi si è definitivamente aperta ‘una nuova possibilità di essere uomo, una possibilità che interessa tutti e apre un futuro, un nuovo genere di futuro per gli uomini; o Cristo non è veramente risorto, ed allora siamo condannati all’eterno ritorno del sempre uguale, consegnati inesorabilmente al succedersi di vita e morte, abbandonati solo a noi stessi al nostro io come ultima istanza. Veramente – conclude – non possiamo dire: la risurrezione di Gesù non c’entra; che Gesù sia o non sia risorto, non cambia niente”.