Il direttore generale della Rai Masi ha inviato una lettera di richiamo ad alcuni giornalisti perchè non avrebbero rispetato le norme sulla par condicio. Chi sono? Ferrara? Minzolini? I grandi contenitori del mattino e del pomeriggio? No, naturalmente. La lettera è arrivata a Michele Santoro, a Lucia Annunziata e Giovanni Floris, esattamente a quelli che tormentano i sonni del cavaliere, quelli che vorrebbe far sparire dal video.
“Non ci faremo certo intimidire da questo signore”, gli ha subito riposto il segretario dell’Usigrai Carlo Verna, uno che ha tenuto davvero la schiena dritta, e non abbiamo dubbi che i giornalisti “avvertiti” da Masi si siano fatti una bella risata, qualcuno persino un napoletanissimo pernacchio, alla maniera del grande Eduardo.
Eppure nella lettera di richiamo del piccolo molestatore, modesta imitazione del grande Silvio, c’è qualcosa di politicamente e deontologicamente osceno, almeno dal punta di vista etico.
Nella lettera spedita a Lucia Annunziata le viene contestato di aver dato la parola a due magistrati senza contraddittorio: qui siamo davvero all’apoteosi della ipocrisia berlusconiana.
Allora sarà davvero il caso d ricordare che, sotto la gestione di questo direttore generale, è accaduto quanto segue (elenco parzialissimo):
– Il presidente del Consiglio ha imposto le sue videocassette a reti semiunificate. Neanche un fiato.
– Il medesimo ha interrotto, in più occasioni, le trasmissioni del servizio pubblico intervenendo in diretta telefonica.
– Il Quirinale, la Corte Costituzionale, il presidente della Camera sono stati insultati in più occasioni senza che il direttore generale aprisse bocca.
– Giuliano Ferrara ha puntato il suo ditone contro bersagli muti, deprivati di ogni diritto.
– Un imputato, il presidente del Consiglio, ha potuto aggredire i suoi giudici, senza che a questi sia mai stata consentita la replica.
– Il giudice Ingroia è stato insolentito dal senatore Dell’Utri, condannato in primo e secondo grado. Ha chiesto di poter rispondere, ma la sua richiesta è stata ignorata.
– I terremotati dell’Aquila, dopo essere stati usati per promuovere il consenso attorno al capo supemo, sono stati cancellati non appena si sono permessi di svelare le bugie e gli inganni.
– Per 11 mesi si è fatto finta di non vedere che il Tg1 si era comportato, e si comporta, come se fosse uno dei Tg di famiglia. Persino l’Autorità di garanzia è stata costretta a intervenire, ma nulla è accaduto, perchè Masi ha paura di Minzolini.
– Decine di migliaia di persone che pagano il canone hanno firmato l’appello promosso dalla tenace Arianna Ciccone di Valigia Blu per chiedere che il Tg1 rettificasse la falsa notizia sulla “assoluzione” dell’avvocato Mills. Ancora aspettano.
– I comitati referendari sono stati quasi ignorati, cancellati dalle polemiche di questi giorni, eppure nessuno ha sentito il bisogno di richiamare i Tg, salvo ovviamente chi continua a fare il suo mestiere con onestà professionale, perchè i referendum debbono essere cancellati con un broglio politico e con un trucco mediatico.
– I ragazzi e le ragazze che hanno sfilato contro il lavoro precario e per il diritto al futuro sono stati quasi azzerati con la scusa del comizio di Berlusconi davanti al Palazzo di giustizia.
– La stessa sorte è stata riservata a decine e decine di manifestazioni per la scuola pubblica, per la ricerca, per l’università, per il lavoro, per la pace, liquidate con una manciata di secondi quasi fossero una presenza inquinante, non gradita dai Tg di famiglia.
– L’Associazione nazionale magistrati, il Consiglio superiore della magistratura e i singoli giudici sono stati sottoposti a un cecchinaggio mediatico coordinato, orchestrato, promosso dal polo Raiset e dai suoi mandanti, ma il direttore Masi ha spedito una lettera ai pochissimi che hanno dato la parola a quelli che sono stati ridotti al silenzio, bersagliati da infamie, esposti al pubblico ludibrio.
Certo che danno fastidio, tanto più in una Italia dove il presidente imputato non ha mai trovato tempi e modi per prendere le distanze da un suo candidato che ha stampato manifesti per equiparare i giudici ai brigatisti. In questo momento far rivedere in tv i volti di quei giudici “brigatisti” che hanno contrastato con coraggio delinquenti di ogni risma, mafiosi e terroristi, diventa oggettivamente eversivo rispetto allo spirito dei tempi!
Per queste ragioni la lettera di richiamo è arrivata, tra gi altri, a Lucia Annunziata perchè, per ua volta, ha dato la parola ai magistrati e non solo agli imputati e ai condannati eccellenti. La lettera di Masi non è grave solo per quello che dice e per l’intimidazione che non sortirà effetto, ma è gravissima per quello che non dice, per quello che non ha mai detto, per i silenzi di questi mesi, durante i quali la par condicio è stata letteralmente annientata.
Forse è stato il suo ultimo atto prima di essere sostituito, forse, come ha detto qualcuno, è stato l’estremo tentativo di farsi confermare “per manifesta faziosità”, sia come sia speriamo davvero che sia stato l’ultimo atto della sua gestione. Mercoledì prossimo, infatti, si svolgerà l’assemblea della Consap, l’ente che dovrebbe accoglierlo come ammnistratore delegato. Sarà vero? Sarà la volta buona?
Non lo sappiamo, ma quello che ci sembra ancora più bello è che la presidente potrebbe diventare quella onorevole Siliquini che, dopo aver rifiutato il Consiglio di amministrazione delle Poste, potrebbe ora terminare la sua corsa con Masi, anzi come presidente del medesimo. Forse è solo uno scherzo, forse la notizia l’ha messa in giro qualche buontempone, ma che idea geniale, davvero berlusconiana, sarebbe quella di coniugare Masi e la Siliquini, due Responsabili nominati da un irresponsabile… Sarebbe proprio il caso di dire: “Silvio li fa e poi li accoppia”.