Che la crisi mieta vittime sociali è ormai risaputo, ma spingere un padre a richiedere il rientro del figlio in carcere, si presenta come un evento inedito. Accade a Castelnovo Sotto (Reggio Emilia) dove un uomo, in cassa integrazione, impossibilitato a mantenere economicamente il figlio, un 24enne marocchino agli arresti domiciliari per una rapina, ha scritto al giudice, che ha ripristinato nei confronti del ragazzo la custodia cautelare in carcere.

Secondo la ricostruzione degli stessi militari, il padre del 24enne ha scritto al giudice spiegando di non riuscire a continuare a mantenere economicamente, perché in cassa integrazione doveva mantenere anche la moglie e altri tre figli, tutti privi di reddito. Rilevato che sono quindi venute meno le condizioni di praticabilità degli arresti domiciliari di cui il giovane beneficiava a Castelnovo Sotto, nella bassa reggiana, la III° Sezione Penale della Corte d’Appello di Bologna, a cui il padre ha scritto, ha sostituito nei confronti del giovane la misura degli arresti domiciliari con quella della custodia cautelare in carcere.

Decisione presa anche in considerazione del permanere delle esigenze cautelari connesse al pericolo di reiterazione nel reato e alla luce della gravità del reato per cui il ragazzo era stato arrestato ossia rapina aggravata dall’uso di un coltello.

Il ragazzo era stato arrestato il 29 ottobre 2009 per una rapina compiuta nel tardo pomeriggio del 16 luglio 2009. A incastrarlo era stato proprio il giovane aggredito e che lo aveva riconosciuto in alcune foto scelte dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Emilia grazie alla sua minuziosa descrizione.

Per quei fatti il giovane riconosciuto colpevole è stato condannato sino ad ottenere il 2 novembre 2009 gli arresti domiciliari. A lui ha sempre provveduto il padre che ora però finito in cassa integrazione: con moglie e 4 figli si è visto costretto a scrivere al giudice. I carabinieri, ricevuto il provvedimento, l’hanno infatti condotto in carcere dove proseguirà l’espiazione della pena.

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