Sono stabili le condizioni dei due carabinieri aggrediti ieri in provincia di Grosseto e ricoverati all’ospedale di Siena. Antonio Santarelli, l’appuntato di 43 anni che ha riportato le lesioni più gravi, è tenuto in coma farmacologico, dopo essere stato sottoposto a un intervento chirurgico per ridurre un ematoma alla testa. Ancora sotto osservazione anche l’altro militare, Domenico Marino, un carabiniere scelto di 34 anni, ricoverato e operato per un trauma oculare e nasale. Rischia di perdere un occhio.
Tra i quattro ragazzi c’è solo un maggiorenne, Matteo Gorelli, studente di 19 anni, in quel momento alla guida dell’auto e con un precedente per furto. E’ su di lui, secondo gli agenti, che gli altri tre starebbero cercando di addossare la colpa. Il giudice ha convalidato il suo arresto, parlando di “un’esplosione di ferocia inaudita”, “la spietatezza e la lucidità successive” e quindi “l’altissima pericolosità del soggetto”. Gorelli resterà quindi nel carcere di Grosseto. Gli altri tre sono invece minorenni, due ragazzi di 17 anni e una ragazza di 16 anni: sono un barista, un carrozziere e una studentessa. Uno di loro ha un precedente per danneggiamenti. Si trovano adesso in una casa famiglia di Firenze, mentre si attende l’udienza di convalida per il loro fermo. I quattro sono tutti residenti in comuni del fiorentino. Erano le 10.30 del mattino di ieri, quando la Renautl Clio dei giovani è stata fermata per un controllo dai due carabinieri del nucleo radiomobile di Pitigliano, a posto di blocco lungo la strada provinciale 22 nei pressi di Sorano, in provincia di Grosseto.
”Matteo ha perso la testa e noi non abbiamo saputo controllarci. Abbiamo perso la testa, abbiamo perso la testa”. E’ questa la spiegazione data ieri dai ragazzi, fermati con l’accusa di tentato duplice omicidio. ”Impassibili, non hanno detto una parola. Solo la ragazza piangeva e diceva che lei non c’entrava niente. Ma i tre ragazzi sembravano indifferenti”. Così li ha descritti Emidio Gubernari, il vigile urbano arrivato per primo sul luogo dell’aggressione, che ha poi raggiunto la seconda pattuglia che ha fermato i ragazzi poco distante. “Zitti, muti, sul momento non hanno dato nessuna giustificazione, eppure hanno massacrato due carabinieri – continua il vigile – Li ho potuti osservare per almeno venti minuti mentre davo supporto ai colleghi dell’Arma e mi hanno fatto impressione per la freddezza. Sembravano normali, e nemmeno mezz’ora prima hanno fatto un massacro”.
All’esito positivo dell’alcool test su Matteo Gorelli, il guidatore, è scattata l’aggressione. Calci, pugni e bastonate con un paletto della recinzione. “I carabinieri gli hanno comunicato che stavano per revocargli la patente e mentre prendevano i dati del conducente, è scattata l’aggressione furiosa”, ricostruisce l’accaduto Gubernari. “In terra, distesi, ho notato i due carabinieri. – racconta – E’ stata la scena più violenta della mia vita vista dal vivo”. Al suo arrivo, il vigile ha trovato l’appuntato privo di sensi, con “la testa, tra collo e nuca, aperta da una ferita”, e il collega incapace di spiegare ai soccorsi quanto accaduto perché “era stordito e aveva il volto totalmente tumefatto, non ci riusciva”.
Dopo l’aggressione, i ragazzi hanno tentato la fuga, portando via dall’auto dei carabinieri il blocco dei verbali dove erano annotate le loro generalità. Ma un’altra pattuglia, appena arrivata, ha subito notato i colleghi a terra e un’auto allontanarsi a tutta velocità. Solo dopo un inseguimento, diversi spari alle gomme e il tentativo dei ragazzi di speronare la macchina degli agenti, i militari sono riusciti a fermare e a identificare i quattro. Nell’auto i carabinieri hanno trovato piccole quantità di droga. I quattro aveva partecipato a un rave party a circa 5 chilometri dal luogo aggressione, in corso da sabato scorso e concluso martedì mattina, con circa 600 partecipanti provenienti anche da altre regioni d’Italia e dall’estero.