Percorrendo uno degli itinerari quotidiani preferiti di Giorgio Morandi, è inevitabile non attraversare Piazza Aldrovandi, una volta Seliciata di Strada Maggiore. Una piazza di conformazione insolita, è più un largo, percorribile da macchine, autobus, biciclette e pedoni, che preferiscono attraversarla camminando lungo il lato a levante protetti dai portici.
Dirigendosi verso via San Vitale, già si vede, a chiusura della piazza, il palazzo Scagliarini Rossi, nel quale Cornelia Rossi Martinetti, la bellissima romagnola trapiantata a Bologna agli inizi dell’Ottocento, tenne un salotto frequentato da personaggi importanti e chiacchierati come Byron, Leopardi, Mezzofanti, Chateaubriand, Canova e dal Foscolo, che follemente se ne innamorò. Sembra che agli inizi del Novecento si potesse ancora ammirare al suo interno un giardino ricco di meraviglie scultoree, fontane, giochi d’acqua e pergolati floreali. Smantellato probabilmente, come altri pregevoli oggetti, seguendo una moda di rinnovamento in voga nei primi decenni del secolo scorso che portò via con sé racconti, ricordi e romanticismo.
Di fianco alla palazzina di linee rinascimentali, il torresotto di San Vitale, una delle porte della cinta muraria del “Mille”, che ricorda con il suo arco a sesto acuto il periodo in cui la città cominciò a consolidare la sua potenza con la neonata Università , già famosa in tutto il continente.
Ritornando sotto il portico si nota un costante via vai di persone che si fermano dai negozianti/ambulanti a comprare generi di prima necessità, quindi casalinghe, vecchiette affezionate, governanti, badanti e studenti che dalla mattina a notte fonda sostano qui a chiacchierare, far festa e/o litigare fra loro o con i residenti che, ahimè, vorrebbero riposare. Il solito tran tran che da anni si ripete con regolarità quotidiana.
“Ci vorrebbero dei cambiamenti oppure no?!” protestano le persone che da generazioni hanno qui le loro case di famiglia … però è anche vero che ormai sono decenni che “sopportano” questo “rumore” di fondo. Bologna è anche questo. E’ fatta di studenti che continuano a scegliere l’Ateneo bolognese per la loro formazione, scelgono Bologna per lo studio, per la qualità della vita e direi per la varietà del divertimento, per il fascino che sprigionano questi luoghi alla prima visita, per le sue strade strette, per i portici, alcuni raccolti altri maestosi e monumentali, per gli “odori” di scienza, di arte, di cibo, di sapere e … di passione. Proprio così. Perché Bologna si ama. E’ un colpo di fulmine certo per chi per la prima volta vi arriva, oggi come ieri.
Personalmente vi approdai nel lontano 1987. E’ inutile dire che all’epoca tutto era diverso … certo la città era meno affollata, però è importante sottolineare che il fascino che fisicamente mi stordì all’epoca non l’ha perduto. Quel non so che ti prende allo stomaco quando attraversi il portico dei Servi in una giornata uggiosa, quell’odore intenso misto di mobili antichi, incenso, intonaco screpolato e pioggia, è rimasto identico. In queste occasioni sembra che il tempo si sia fermato. Sono una ragazza di diciotto anni appena compiuti con tanti sogni e un bagaglio d’idee e progetti da realizzare …. Il tempo è volato, non m’è ne sono accorta … e ancor oggi me ne rendo conto solo nei rari momenti quando incontro sul mio percorso lo “specchio maledetto”…. Però sto imparando a evitarlo. Non si dice “occhio non vede cuore non duole?” E se non vede non duole per niente perche l’anima è sempre quella e soprattutto Bologna è sempre quella.