Avete presente quella storia che usiamo solo il 20% del nostro cervello? Ecco, partite da qui e immaginate che, con una pillola, possiate vivere usando il 100% delle vostre facoltà. È l’idea di Limitless di Neil Burger. Una di quelle buone vecchie idee da racconto di fantascienza anni Sessanta. Insomma, una di quelle ipotesi che i narratori usano per sviluppare conseguenze interessanti e dedurre il senso di ciò che è o di ciò che potrebbe essere. Un’idea filosofica, a modo suo.
In Limitless Eddie Morra (Bradley Cooper) vorrebbe essere uno scrittore. In realtà è il prototipo del fallito. Anche se ha avuto un contratto con una casa editrice, non riesce a buttar giù una riga. Conduce da anni una vita senza arte né parte, con un po’ d’alcol in eccesso, e anche per questo la sua bella fidanzata in carriera lo lascia. In una tranquilla giornata del cavolo, Eddie incontra il suo ex cognato. E l’incontro gli cambia la vita. Perchè l’ex parente acquisito è uno strano spacciatore e gli offre una droga del tutto illegale chiamata Nzt. Con quella droga, Eddie potrà usare tutte le potenzialità del suo cerebro. La droga funziona, la mente si apre, l’intelligenza si sviluppa in ogni direzione. Eddie ricorda tutto quello che gli è passato davanti nella vita e riesce ad associarlo in maniera geniale, illuminante. La droga gli cambia l’esistenza. Scrive il suo romanzo in 4 giorni. Ma capisce che non è quello a cui punta veramente: chi se ne frega di fare lo scrittore. Eddie vuole fare soldi. E, finalmente, essere libero.
Ma, come ogni droga che si rispetti, l’Nzt ha i suoi effetti collaterali. E molti, moltissimi segugi sono sulle tracce di quella fantasmagorica sostanza. Film di alti e bassi, il senso di Limitless si può racchiudere in un movimento di macchina, usato a più riprese: le carrellate velocissime in avanti. Che non rappresentano tanto quel che farebbe la nostra testa, se usassimo tutto il nostro cervello e tutte le sue incredibili connessioni. Quanto quel che farebbe il nostro desiderio se il nostro cervello non avesse limiti. L’idea interessante del film è che l’intelligenza desidera. L’oggetto in sè è irrilevante. Di certo però desidera il predominio, il potere, l’unicità. Infatti Eddie capisce di non voler fare lo scrittore. Ma di voler essere potente. Come tutti i super eroi, c’è l’Eddie in astinenza e c’è l’Eddie “fatto” di Nzt. Come per tutti i super eroi, c’è la maschera potenziata e l’alter ego depotenziato. E, come Kill Bill insegna, la vera natura è quella dell’eroe. Ovvero: una volta avuto un potere, si è quella cosa e si va avanti. Sempre. Così come non esiste una negazione nel linguaggio, non esiste neppure un ritorno al passato. Limitless parla di questo. Di come poi, alla fine, quando accade qualcosa che ti apre il cervello, il tuo cervello non torni mai più come prima. Anche senza droga.
Il film alterna momenti riusciti e momenti da copione. Scene d’azione buone. Finale affrettato. Momenti in cui ti sembra di stare in un videogame. Momenti in cui pensi che l’idea è forte e la regia la regge bene. Considerato da un punto di vista “ideologico” – cosa di certo non necessaria – Limitless ci dice che il desiderio è la natura del capitalismo, che l’intelligenza e il potere sono la stessa cosa e che tutti coloro che lo detengono in realtà sono “drogati”. Di Nzt o di quel che vi pare. E che in fondo va bene così, perchè il film finisce bene. Nessuna redenzione, nessuna autodistruzione. Anzi, il massimo dei premi per chi senza limiti pensa. E così facendo può risolvere ogni problema che la realtà gli pone davanti. Sarà vero?