Un reparto dell'esercito regolare si è rifiutato di sparare contro i manifestanti. Così sono iniziati i combattimenti con le forze speciali inviate da Assad per sedare le proteste. Nella capitale, le autorità hanno arrestato 500 attivisti
Dal punto di vista internazionale cresce l’attenzione sulle proteste siriane. Il capo della Cia, Leon Panetta, è stato per cinque giorni ad Ankara, alla fine di marzo, per colloqui segreti riguardo alla situazione di tensione nel Paese. L’incontro tra il numero uno dei servizi segreti statunitensi e alcuni funzionari turchi è stato reso noto solo adesso. In particolare, il capo dell’intelligence Hakan Fidan il mese scorso sarebbe stato inviato a Damasco dal premier turco Recep Tayyip Erdogan per incontrare il presidente siriano. I colloqui con Panetta avrebbero riguardato un possibile cambiamento del regime nel Paese e l’assicurazione dell’incolumità della famiglia Assad. E mentre i servizi segreti lavorano, il dipartimento di Stato Usa invita i connazionali nel Paese a rientrare “immediatamente, finché i voli di linea sono facilmente disponibili”. A una soluzione sta lavorando intanto anche la Gran Bretagna, che ha scelto la strada della pressione sul governo siriano. Il ministro degli esteri britannico, William Hague, ha fatto sapere che il governo ha allo studio – insieme ai suoi partner internazionali – possibili ulteriori sanzioni contro la Siria.
Sul fronte italiano, invece, arriva l’avvertimento ufficiale della Farnesina, che sconsiglia “per il momento viaggi in Siria”. Ma c’è chi nel Paese c’è già e vorrebbe tornare a casa. Come gli artisti abruzzesi del circo Embell Riva, da alcuni mesi in Siria per una tournee. “Siamo in gravi difficoltà economiche, – ha spiegato Roberto Bellucci, patron del circo – non possiamo lavorare perché le autorità siriane ci hanno negato i permessi in quanto il circo è un luogo pubblico e dunque c’è un rischio attentati”. “Una situazione veramente drammatica” quella vissuta dai più di 70 dipendenti del circo, tra cui due bamcini di sei e otto mesi nati a Damasco durante il tour, spiega Bellucci in una lettera inviata all’ambasciata italiana di Damasco. Gli artisti potrebbero tornare a casa con un traghetto per Venezia, con partenza assicurata per sabato trenta aprile. Dopo quella data, le partenze saranno confermate o meno secondo l’evolversi delle proteste nel Paese.