Cronaca

Soldi pubblici e interessi in Lussemburgo <br/> I dolci affari dello zucchero in Molise

Denaro pubblico nello stabilimento e la gestione a un privato con interessi in Lussemburgo. Lo zuccherificio di Termoli potrebbe provocare un terremoto politico con oltre 120 dipendenti a rischio licenziamento

Uno zuccherificio che inghiotte 50 milioni di fondi pubblici. La Regione Molise che ha come socio un’impresa con sede in Lussemburgo, paese che non brilla per trasparenza fiscale. Ancora: la stessa Regione che investe un tesoro in una società di cui affida la gestione a un imprenditore già incorso in qualche disavventura (e già inutilmente finanziato con soldi pubblici) dieci anni fa. La storia dello zuccherificio di Termoli potrebbe provocare un terremoto politico in Molise. E non solo perché 120 dipendenti, più centinaia nell’indotto, rischiano il posto. C’è un esposto presentato dal consigliere regionale Massimo Romano (centrosinistra) che è un sasso nello stagno del Molise. Una regione spesso dimenticata, dove politica, imprese, ma anche giornali e magistratura, sembrano un mondo a sé.

L’esposto indirizzato chiama in causa soprattutto le scelte politiche ed economiche della regione dove regna da dieci anni un esponente di spicco del Pdl. Michele Iorio: ex Dc, entra in Regione nel 1990, prima come assessore, poi come vicepresidente. Dal 2001 è Governatore (due volte ha dovuto affrontare una questione di incompatibilità perché era anche parlamentare).

Racconta Romano nell’esposto: “Il Tar ha già annullato diversi atti compiuti nella gestione delle zuccherificio, ma si va avanti come se niente fosse. La società è proprietà mista, pubblica per il 60%. Il socio privato con il 37% delle quote è la G&B Investments Spa, una società subentrata senza procedura di evidenza pubblica”. Aggiunge: “La G&B è interamente controllata da una società anonima, P.F.P. Lussemburgo, riconducibile all’ex patron della Gtr Group, un’impresa fallita che faceva capo a Remo Perna”. Una ricostruzione confermata dalle visure camerali italiane e lussemburghesi e dagli interessati interpellati dal Fatto. Perna è stato protagonista di grandi operazioni imprenditoriali, come l’avventura dei Jeans Pop 84, che però si sono talvolta risolte con buchi di decine di miliardi di lire. “Ci hanno fatto fallire, eravamo in grado di fare fronte ai creditori, ma avevamo molti nemici”, sostiene oggi Perna.
Niente di illecito, resta la questione di opportunità per un soggetto pubblico di avere un socio con sede in Lussemburgo. Ma è solo l’inizio. Ricorda l’esposto: “La Regione ha investito 53 milioni nello zuccherificio”, una montagna di denaro pubblico, soprattutto in un momento di crisi. Fino a pochi giorni fa, alla decisione della Regione “di rimodulare due mutui da 5 e da 15 milioni che saranno rimborsati dallo zuccherificio in 30 rate posticipate”.
Un aiuto per puntellare un’industria in difficoltà? Romano punta il dito su altre questioni: “La Regione, pur essendo socio di maggioranza, ha inspiegabilmente convertito le proprie azioni in privilegiate, lasciando la gestione al socio privato”. In Molise più d’uno rispolvera passate vicende che videro protagonisti la stessa Regione e la famiglia Perna. Come ha ricordato il quotidiano Altromolise: “La Regione Molise, già guidata da Iorio, cercò di evitare il fallimento del colosso tessile Gtr (380 dipendenti) attraverso un intervento di Finmolise. Come? Assegnando nel 2002 la somma di 2,5 milioni alla società Hdm che era affittuaria di tutta la struttura della Gtr di Monteroduni. L’Hdm era controllata da familiari di Remo Perna… Appena otto mesi dopo, la Gtr fallì e ci fu chi contò un esercito di creditori per 150 miliardi di lire”.
Remo Perna ricostruisce così la vicenda: “Ho comprato le quote dello zuccherificio dall’altro socio privato, la Regione e la politica non c’entrano”. Ma quei 50 milioni che la Regione ha messo nella società? “Riguardano la passata gestione. Noi siamo arrivati nel 2009”. La Regione ha la maggioranza, ma non partecipa alla gestione. Possibile? “È previsto negli accordi preesistenti”.
E quei finanziamenti pubblici che le società della famiglia Perna hanno ottenuto dalla giunta di Iorio dieci anni fa (e che secondo Romano sarebbero stati “convertiti nella partecipazione a una finanziaria”)? “La domanda per i finanziamenti era precedente all’arrivo di Iorio”. Restano due questioni scomode sollevate da Romano. Primo, lo zuccherificio stava stipulando un contratto da milioni con una società citata nell’inchiesta P3, i cui rappresentanti (non indagati) erano in contatto con Marcello Dell’Utri. Perna risponde: “É un’importante azienda che si occupa di biomasse, ma dell’inchiesta P3 non ne sappiamo niente”. E la vostra partecipazione in una società il cui titolare sarebbe accusato di riciclaggio? “Non sapevo nemmeno di aver quella quota societaria. L’ho acquistata con altre. Basta! Mi fanno tutti la guerra per lo zuccherificio”, conclude Perna.
Alla luce dell’esposto, però, il presidente della Regione Iorio, dovrebbe forse spiegare perché ha investito decine di milioni di euro pubblici in una società lasciandone ai privati la gestione. Non c’è il rischio che lo zuccherificio si mangi un tesoro? Il Molise, però, è lontano dai riflettori dell’opinione pubblica nazionale. Pochi si ricordano di questa terra. Ma i comitati di affari, più o meno leciti, no, come dimostra l’inchiesta P3. Le intercettazioni di Pasquale Lombardi rivelano, per esempio, il suo interessamento nella nomina del Procuratore di Isernia.