Parte da Bologna (tre serate al Teatro delle Celebrazioni) "Anestesia totale", lo spettacolo di Marco Travaglio accompagnato in un insolito viaggio da Isabella Ferrari
Un palco spoglio, un’edicola semidistrutta, il violino poco incline alla carezza di Valentino Corvino, già autore delle musiche del precedente, fortunatissimo “Promemoria 15 anni di storia d’Italia ai confini della realtà”, monologo tragicomico e tagliente sulle patrie vicende dalla caduta della Prima Repubblica all’ancor meno edificante spettacolo politico odierno. E’ la terra bruciata e devastata sulla quale echeggiano le voci di Marco Travaglio e quella, inattesa, di Isabella Ferrari.
Un coinvolgimento, quello dell’attrice piacentina, fortemente voluto da Travaglio, accettato dalla Ferrari dopo lunghe titubanze. Due tipi umani complementari: l’implacabile vis oratoria e castigante versus la sospesa, donnesca fragilità – almeno apparente (“Coltivo una pietà che non è e non potrebbe essere la cifra intellettuale di Marco” dice l’attrice). Che dà voce alla lezione del maestro Montanelli, nella partitura di questa sinfonia post atomica. Il risveglio, dopo il lungo sonno, rischia di essere doloroso e formicolante, ma necessario, e vivificante. Chi vedrà, (soprav)viverà.
Luciana Apicella