Cronaca

Penisola sorrentina, scatta l’inchiesta <br/>su “boxlandia”

La Procura indaga per abuso d’ufficio, mentre crescono le proteste contro l’indiscriminata realizzazione di parcheggi interrati al posto degli agrumeti, uno scempio ambientale che sta rovinando luoghi famosi in tutto il mondo

La chiamavano penisola sorrentina, l’hanno ribattezzata boxlandia, stritolata dal cemento di circa 9000 garage interrati realizzati negli ultimi cinque anni sul territorio tra Vico Equense e Massa Lubrense sventrando gli uliveti e gli agrumeti che avevano reso celebre Sorrento nel mondo. ‘Stop boxlandia’ è il nome di un gruppo Facebook che coordina le iniziative di protesta contro lo scempio ambientale in atto.

Intanto, però, la Procura di Torre Annunziata guidata da Diego Marmo sta sviluppando un’inchiesta sul parcheggio interrato di vico Terzo Rota a Sorrento, 252 box auto da realizzare al posto di un giardino di noci e aranci, nel cuore della città che ha ispirato Ibsen e le migliori canzoni di Lucio Dalla. Si tratta del progetto di megarimessa che fatto traboccare il vaso della rivolta degli ambientalisti del Wwf e dei partiti di centrosinistra, Pd e Idv in testa, culminata in diversi esposti agli organi di controllo amministrativo-urbanistico e all’autorità giudiziaria. Ai quali si è aggiunta l’interrogazione parlamentare del dipietrista Elio Lannutti – a Sorrento abitano due parlamentari Idv, Nello Di Nardo e Antonio Palagiano, ma curiosamente nessuno dei due ha sottoscritto un’iniziativa analoga a quella del collega settentrionale.

L’inchiesta della Procura è partita coi sigilli al cantiere, quando ormai gli agrumi erano stati già divelti, con lo scopo di appurare eventuali violazioni urbanistiche. Ma si è evoluta con l’iscrizione di una persona nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio. Il fascicolo viene seguito da un pm della sezione reati di pubblica amministrazione, coordinata dal procuratore aggiunto Raffaele Marino. I magistrati sanno che in costiera dietro a questo tipo di lavori ricorrono gli stessi cognomi e le stesse imprese. E potrebbero presto accendere una luce su questi intrecci.

La vicenda dei box di Vico Terzo Rota è nota. I lavori della società Edilgreen srl sono iniziati a novembre – ora sono fermi – grazie a un permesso del commissario ad acta nominato dalla Provincia di Napoli, dopo che una prima istanza era stata respinta sia dalla Soprintendenza che dalla Commissione edilizia comunale (Cec). Il commissario ad acta ha rilasciato la licenza nonostante il no della Soprintendenza a un decreto del Comune di Sorrento, che aveva rimosso il vincolo paesaggistico sulla città, e nonostante il diniego della Cec che contestava una violazione del piano urbanistico territoriale. In seguito, grazie a un paio di piccoli scoop di Fabrizio Geremicca sulla versione web del Corriere del Mezzogiorno, si è appreso che il sindaco di Sorrento, l’azzurro Giuseppe Cuomo, e l’amministratore di Edilgreen, Giuseppe Langellotto, sono soci al 50% ciascuno in un’altra società, la Nizza srl, 10.000 euro di capitale, con identico oggetto sociale della Edilgreen: la realizzazione di “parcheggi interrati, a raso o in sopraelevazione”. Circostanza che di per sé non significa nulla e che infatti il primo cittadino non ha avuto difficoltà a confermare. Che però lascia perplessi sulla anomala commistione tra chi controlla e chi dovrebbe essere controllato. Altra notizia interessante rivelata da Geremicca: il proprietario del fondo rustico sul quale costruire i box è Adriano Bellacosa, ex assessore provinciale di Salerno in quota Pdl.

Intanto il fronte della protesta si allarga. Il Pd di Massa Lubrense sta preparando un dossier sui numeri dei garage in corso di realizzazione sul loro territorio. Sarebbero nove i progetti in corso, molti concentati nella frazione di Sant’Agata.