Il portavoce della cancelliera smentisce, ma secondo il settimanale tedesco 'Bild' avrebbe deciso di appoggiare la candidatura dell'italiano, dopo il sì del presidente francese Sarkozy. Draghi sull'Italia: "Non è più rinviabile l'equilibrio dei conti pubblici"
Per Mario Draghi alla Bce arriva anche l’investitura tedesca. Secondo il settimanale ‘Bild‘, che cita fonti vicine al governo, la cancelliera Angela Merkel si sarebbe decisa a uscire allo scoperto e ad appoggiare pubblicamente la candidatura dell’attuale governatore della Banca d’Italia a presidente della Banca centrale europea. In mancanza di un candidato tedesco. Il portavoce della stessa cancelliera, Steffen Seibert, smentisce: per quanto riguarda la posizione della Germania “non c’è niente di nuovo”. La decisione, ha spiegato, sarà presa solo nel Consiglio europeo di giugno. Se confermata, la sponsorizzazione della cancelliera seguirebbe di pochi giorni quella del presidente francese Nicolas Sarkozy che, nell’incontro di martedì a Villa Madama con il premier Silvio Berlusconi, si era detto felice di appoggiare la figura di Mario Draghi “perché è una persona di grande qualità e in più é italiano”.
Il papabile presidente della Bce si era espresso ieri con commenti poco positivi a proposito dell’economia italiana, durante un convegno sulle infrastrutture. “Da vari anni l’Italia cresce a un ritmo insoddisfacente, che si riflette in redditi stagnanti, problemi occupazionali, maggiori difficoltà a gestire la finanza pubblica. La ripresa dopo la crisi appare lenta”. Il riavvio sarà possibile solo aumentando i tassi di occupazione, ha spiegato Draghi, con un riferimento specifico al lavoro femminile, da incoraggiare. Il primo passo da compiere, insieme al riequilibrio dei conti pubblici, “non più rinviabile” secondo il governatore. Ma per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014, come previsto dal Documento economico e finanziario del governo, serve una riduzione delle spese del 7% in termini reali.
”Il ritardo infrastrutturale del paese non sembra riconducibile solo a una carenza di spesa”, ha poi spiegato il governatore, ma sarebbe “la qualità della programmazione” a “costituire l’aspetto di maggiore criticità” del modello italiano. Così diverso dagli altri Paesi dell’area euro e, al suo interno, tra il Mezzogiorno e il resto del Paese. Ma “l’incertezza del quadro finanziario”, ha aggiunto Draghi, non permette di programmare adeguatamente gli interventi, aumentando la loro frammentazione: si è spinti ad avviare più opere possibili tutte insieme, “con conseguenze negative sulla capacità di portarle a termine entro i tempi stabiliti”, ha concluso.
Un passaggio del suo intervento, il governatore l’ha dedicato al settore dei trasporti, in cui servirebbe “un’accelerazione nelle politiche di liberalizzazione e per la concorrenza”. Si guadagnerebbe in produttività e qualità. Ma le amministrazioni locali, osserva Draghi, “incontrano difficoltà notevoli nel gestire le infrastrutture e i servizi di trasporto loro affidati nell’ultimo decennio”. “Anche per la mancanza di una adeguata autonomia finanziaria degli enti decentrati”, ha concluso.