"Non so quali siano le motivazioni, ma non siamo turbati", è il commento del pm di Palermo Antonio Ingroia. L'iniziativa arriva dopo le polemiche degli ultimi giorni con la procura di Caltanissetta, a cui era stato negato di partecipare all'interrogatorio del testimone a Parma. Oggi era arrivata la distensione in un incontro a Roma
Sul ‘caso Ciancimino‘ adesso indaga anche il Consiglio superiore della magistratura. Dopo il fermo del testimone della trattativa tra Stato e mafia, erano arrivate le polemiche a dividere le procure di Palermo e Caltanissetta sulla sua gestione. Polemiche che si sarebbero placate oggi, dopo un tavolo di distensione tra i rispettivi magistrati. Ma in serata arriva invece la notizia: sulla vicenda del fermo di Massimo Ciancimino, disposto dai magistrati palermitani, indagheranno il procuratore generale della Cassazione – titolare dell’azione disciplinare verso i magistrati – e la Prima commissione, che si occupa invece dei trasferimenti d’ufficio per incompatibilità dei magistrati.
“Non siamo turbati, ma tranquilli”, è il commento del procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia. Il pm spiega di non conoscere le ragioni del provvedimento e per questo sceglie di non rilasciare commenti. “Allo stato non c’è motivo di preoccupazione da parte nostra su un’ipotesi di trasferimento d’ufficio”, si è limitato a dire Ingroia, ricordando come le divergenze con Caltanissetta siano state “superate”. “Adesso faremo anche delle indagini congiunte”, aveva aggiunto oggi dopo l’incontro a Roma il procuratore capo della procura nissena, Sergio Lari.
A far nascere i dissensi tra Palermo e Caltanissetta erano state proprio le indagini su Ciancimino, indagato in entrambe le procure con l’accusa di calunnia aggravata nei confronti dell’ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro. L’ultimo scontro, pochi giorni fa, quando i pm di Palermo non hanno permesso ai colleghi di Caltanissetta di partecipare all’interrogatorio del testimone a Parma, dov’era stato fermato.