Il segretario di Stato della giustizia: "Abbiamo sempre sottovalutato il fenomeno e i controlli sono stati sempre molto leggeri". Il magistrato del tribunale unico: "La gendarmeria non è mai stata in grado fare attività informativa e monitoraggio, ma hanno pensato bene di mettersi in competizione"
La prova inconfutabile arriva, inoltre, dalla relazione prodotta da Valeria Pierfelici, magistrato dirigente del Tribunale unico, che il Guardasigilli cita: “La gendarmeria non è stata in grado di accompagnare attività informativa e di monitoraggio con adeguati approfondimenti investigativi che consentissero di portare ad emergere fatti di reato”. Nella stessa relazione, inoltre, si ammette la mancanza di circolazione di informazioni fra i tre corpi di polizia sammarinesi, tanto che due di loro “si sono occupati di indagini sullo stesso caso, all’insaputa l’uno dell’altro”.
La consapevolezza del fenomeno, tuttavia, almeno quella esiste, anche grazie ad un nuova fase che ha visto, a partire dal 2008, l’avvio del processo di trasparenza e l’adozione di un protocollo di standard internazionale contro il riciclaggio.
Da qui l’opportunità, evidentemente sentita dal segretario Casali, di “fotografare lo stato delle cose”, avviando al contempo un lavoro di raccolta dati, con la collaborazione delle forze dell’ordine, del Tribunale, degli uffici preposti alla vigilanza delle attività economiche e alla Banca centrale. Una cooperazione che consentirà al governo sammarinese di disporre di materiale che mai prima aveva avuto. Allo stato attuale, dunque, Casali non si esime dall’ammettere che “il nostro sistema è palesemente impreparato a contrastare sul piano pratico il fenomeno della criminalità organizzata”.
Rimanere impassibili di fronte ad una cognizione di tale natura non è ammissibile per l’esecutivo della Repubblica di San Marino, che lancia, conseguentemente, le sue proposte. In primo luogo la normativa per l’istituzione di una commissione consiliare permanente sul fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata.
“Il congresso di Stato – spiega Casali – ha dato anche il via libera alla costituzione dell’osservatorio permanente sulla mafia che sarà operativo entro giugno”. Considerata urgente anche la riorganizzazione profonda dei corpi di polizia e “non è fuori luogo – propone Casali – aprire il dibattito sulla esigenza di dare vita a una struttura dimensionata al territorio di intelligence”.
Senza trascurare adeguamenti legislativi e il coinvolgimento di tutte le forze politiche, perché “il problema della lotta alla criminalità organizzata – conclude Casali – è di tutti, non solo di una parte. La politica deve essere posta nelle condizioni di sapere per poter capire come intervenire”.