L’Emilia-Romagna detiene il record nazionale di amministrazioni comunali che hanno istituito i registri dei testamenti biologici, strumenti utili ai cittadini per depositare e far rispettare le proprie volontà in materia di fine-vita e terapie mediche che s’è deciso di accettare o di rifiutare. Il numero di registri approvati o in dirittura d’arrivo è di 30, ovvero uno su tre di quelli creati in tutta Italia si trova lungo la via Emilia. Per una regione, un tempo modello politico e che negli ultimi decenni ha smarrito la bussola del buon amministrare, è un record di cui andare fieri, che testimonia che il tessuto della società civile che ha lottato per questi risultati è forte e in grado di pesare.
Cosa succederà ai registri, una volta che sarà approvata la crudele legge Calabrò contro il testamento biologico, come l’ha correttamente definita Cinzia Gori, portavoce del Coordinamento Laico Nazionale?
Semplicemente i registri spariranno, perché la legge stabilisce che il diritto a scegliere come morire non spetta più al singolo cittadino, bensì al medico. Questo obbligo viene sancito nonostante la stragrande maggioranza dei medici sia concorde nel’affermare che alimentazione e idratazione artificiale sono terapie che il paziente deve poter scegliere e che loro, i medici, dissentono profondamente dai principi enunciati nel testo di legge.
Per queste ragioni, ieri a Roma il Coordinamento Laico Nazionale (Cln) ha presentato alla Camera dei Deputati un Manifesto per il testamento biologico, che fin dal titolo è chiaro e teso a salvaguardare il principio di autodeterminazione terapeutica: Sulla mia vita scelgo io.
E’ tempo di dimostrare alla maggioranza di centrodestra e a quella parte delle opposizioni che sono pronte a compiere il grande misfatto che gli italiani desiderano che siano rispettate le loro volontà. Infatti secondo il sondaggio Eurispes di due mesi fa, il 74% della popolazione desidera una legge rispettosa della libertà di scelta e della Costituzione.
Ecco dunque scattare la necessità di una rivolta arancione. Siamo tutti invitati a indossare qualcosa di color arancio: un fazzoletto, una sciarpa, una maglietta, un pezzo di stoffa. Un gesto civico, semplice e di significato inequivocabile: siete ladri di libertà.
E non dimentichiamoci che tra qualche giorno si voterà alle elezioni amministrative. Vogliono fare del testamento biologico – tema con profondissime implicazioni – uno squallido strumento di propaganda elettorale. Facciamogli pagare questa vergogna nelle urne.