Il confronto tra candidati alle elezioni comunali di Bologna entra nel vivo: c’è stata l’assemblea al nuovo cinema Nosadella, promossa dalla rete Unirsi, alla quale hanno partecipato cinque dei sette candidati, mancavano il civico Carcano e Bernardini della Lega Nord per loro scelta.
L’iniziativa è stata costruita attraverso un questionario contenente numerose domande su diciannove argomenti di preminente interesse del futuro governo cittadino, consegnato ai candidati nelle settimane precedenti e sviluppato attraverso un data base consultabile, sul sito http://www.ilmosaico.org di una delle associazioni promotrici collegate nella rete Unirsi.
L’afflusso di pubblico è stato numeroso e il dibattito piuttosto serio, i candidati sollecitati su alcune delle domande alle quali avevano risposto, ha potuto chiarire le loro posizioni e non sono mancati confronti anche accesi ma in un clima complessivamente molto civile.
Aldrovandi, Bugani, Corticelli, Merola e Terra rappresentavano orientamenti e posizioni politiche molto diverse e queste differenze sono emerse, anche per smentire la litania qualunquista che poi alla fine “ tanto sono tutti sono uguali”.
La serata è scorsa molto velocemente e il pubblico è uscito soddisfatto per aver probabilmente più chiaro il quadro delle diverse opzioni, aver conosciuto meglio i diversi candidati avendo partecipato ad un momento di discussione piuttosto serio sui principali problemi della città.
Ovviamente non è un singolo dibattito, per quanto ben riuscito, a poter far superare i non pochi problemi di scollamento tra cittadini e politica che sono ben più stratificati, la delusione per una politica sempre più “professionistica” e meno vicina ai problemi della gente, l’influenza della televisione nell’accentuare questa convinzione, attraverso lo spargimento continuo di trasmissioni sub culturali inneggianti al qualunquismo, la politica ridotta a spettacolo da guitti del Presidente del Consiglio non aiutano a riprendere fiducia.
Il rimedio però è proprio nell’impegno delle forze sociali e politiche organizzate, i movimenti, l’associazionismo e gli stessi partiti nei territori, devono saper riscoprire il gusto della dialettica delle idee, dell’impegno sociale, del contatto costante con la gente, non strumentalmente limitato alle scadenze elettorali.
Solo se queste forze si riattiveranno in modo diffuso nella realtà di tutti i giorni, forse si potrà di nuovo guardare con un po’ di fiducia al rinnovamento ed al cambiamento politico di cui tutti sentiamo la stringente necessità
Ps Domenica primo maggio la Cgil sarà in piazza Maggiore a festeggiare da sola con i lavoratori, iscritti e quant’altri verranno; non ci saranno la Cisl e la Uil perché non si è riusciti a ricomporre la rottura che s’è determinata sulle modalità e sui contenuti della manifestazione di celebrazione del lavoro, oggi tanto vilipeso e soprattutto negato, a causa della crisi della disoccupazione e della diffusa precarietà-.
Non fa bene questa divisione tra i sindacati, chi ha deciso comunque di sostenere l’azione del Governo e chi vi si oppone con determinazione, dovrebbero ritrovare il filo di un progetto sindacale unitario, senza il quale tutti i lavoratori sono più deboli, di fronte alle difficoltà di questa crisi