La Lega non molla sulla Libia. Contrario ai raid e ironico sui missili intelligenti, ieri Umberto Bossi ha annunciato una mozione e i paletti vengono resi noti oggi da La Padania. Eccoli: intraprendere immediatamente una decisa e forte azione politica sul piano internazionale finalizzata a una soluzione per via diplomatica della crisi libica che ristabilisca condizioni di stabilità, pace e rispetto dei diritti umani ponendo fine alla fase militare e ai bombardamenti; escludere per il futuro qualunque nostra partecipazione ad azioni di terra sul suolo libico; a fissare un termine temporale certo, da comunicare al Parlamento, entro cui concludere le azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, di cui in premessa, che comunque debbono attuarsi nel totale rispetto dell’art. 11 della Costituzione ed esclusivamente come strumento di difesa ad azioni ostili, reali, concrete ed attuali rivolte contro i nostri velivoli ovvero contro la popolazione civile ed in condizioni di assoluta sicurezza per la popolazione civile stessa e per i nostri operatori; non determinare aumenti della pressione tributaria finalizzati al finanziamento della missione in oggetto, operando nell’ambito degli stanziamenti ordinari per la difesa; intraprendere ogni iniziativa finalizzata al superamento delle criticità conseguenti alla sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue di cui in premessa; dare piena attuazione alla Risoluzione n. 600071 di cui in premessa promuovendo il reale concorso di tutti i Paesi alleati rispetto alle ondate migratorie in essere, all’asilo dei profughi e al contrasto dell’immigrazione irregolare.
Così, dunque, parlò il Senatùr. Umberto Bossi è intervenuto ieri a Milano durante la festa dei giovani padani organizzata al castello Sforzesco. Le prime parole del leader del Carroccio sono state per la crisi Libica e il contrasto con il premier. “Oggi – ha annunciato – abbiamo presentato una mozione, la potete leggere domattina su La Padania, in cui tra le altre cose si chiede di stabilire la data in cui si terminano le ostilità”. Dopodiché ha confermato la sua contrarietà ai bombardamenti. “Non conosco missili intelligenti, quando si parla di missili intelligenti e sono stati presi dai russi io qualche dubbio ce l’ho”. Poi l’attacco all’opposizione: “Alla sinistra non gliene frega niente della guerra, gli interessa solo fare cadere il governo, noi siamo contrari alla guerra per un altro discorso”. Sulla crisi di governo i leader leghista non vuole strappi. E così a un militante che dalla platea gli ha urlato “bisogna mandare a casa Berlusconi”, Bossi ha risposto: “Va pian”. Parole di cautela che pochi minuti dopo sono state seguite da quelle di Berlusconi, intervenuto telefonicamente a un convegno Pdl a Gubbio. “La nostra coalizione non corre rischi”, ha detto il premier che ha poi spiegato: “La Lega sta preparando una mozione per quanto riguarda il nostro doloroso impegno in Libia. E’ un problema questo che ha creato qualche scombussolamento e qualche fibrillazione, ma che stiamo assolutamente superando. Già ci sono le loro dichiarazioni che non hanno mai pensato di creare problemi alla nostra maggioranza”. Secondo il presidente del Consiglio l’Italia è riuscita a superare il punto critico della crisi economica internazionale “ottenendo anche la fiducia dei mercati”.
Intanto, velate minacce al Pdl arrivano anche dal ministro Roberto Maroni intervenuto in serata a Desio: “I nuovi sbarchi sono conseguenza delle bombe”. Quindi ancora: ”Sarebbe un peccato se si interrompesse ora questo percorso virtuoso che ci sta portando al federalismo: noi facciamo uno sforzo molto forte per continuare, e ci sono difficoltà ogni giorno, ma la Lega è il partito della responsabilità e della stabilità E chiediamo anche agli altri di fare altrettanto”.
Da Milano, poi, Bossi, archiviato l’argomento Libia, è passato a difendere il ministro Giulio Tremonti da giorni sotto scacco da parte del Pdl e dei suoi media. “Senza di lui saremmo come la Grecia” perché “Giulio non spende neanche un franco, a differenza di Berlusconi che spenderebbe troppo”.
Passaggio obbligato quello sulle amministrative con la conferma del sostegno a Letizia Moratti, ma con un avvertimento: “Questa volta ti controlliamo”. E poi: “Penso che il sindaco di Milano che sarà eletto avrà un vantaggio rispetto a quelli precedenti: avrà un sacco di soldi in più grazie al federalismo fiscale”. Quindi ha proseguito: “Questo è un vantaggio non da poco. Se qualche opera pubblica non è stata fatta è stato per la mancanza di quattrini e i soldi sono importanti. Puoi avere idee ma se non hai i denari non le realizzi”. Bossi ha quindi ribadito che il sindaco grazie al federalismo fiscale sarà avvantaggiato: “Questo – rivolto ai militanti leghisti – grazie a voi e a tutti quelli che nel tempo ci hanno sostenuto per il federalismo fiscale. Manca solo la firma del presidente della Repubblica ma ce l’abbiamo fatta”. Il leader della Lega ha quindi spiegato che con il federalismo fiscale cambiano molte cose “perchè non c’è più la spesa storica in base alla quale chi più spendeva più otteneva. Alcune regioni hanno speso e sprecato molto soprattutto per la sanità senza neanche migliorarla e i loro cittadini per curarsi sono costretti a venire in Lombardia”.