“Gli sbarchi a Lampedusa sono un capitolo chiuso”. Mentre il ministro del Turismo Michela Brambilla pronuncia queste parole in una conferenza stampa sul rilancio turistico dell’Isola, sul blindatissimo molo Favaloro sono ripresi gli arrivi dei barconi della speranza dal Nord-Africa.
A Lampedusa oggi sono sbarcati 264 profughi subsahariani soccorsi dalle motovedette della Capitaneria di Porto a poche miglia dall’Isola. Nella nottata altri sbarchi quando sono arrivati dalle coste della Libia altri 178 migranti. Nelle ultime 24 ore gli sbarchi sono ripresi e sull’isola siciliana sono arrivate più di 500 persone. Ma c’è di più. Un aereo della Guardia di Finanza ha avvistato due barconi con a bordo rispettivamente 500 e 300 persone che stanno incrociando al largo delle coste lampedusane.
Notizie che non devono essere arrivate alla Brambilla, secondo la quale la fase uno del governo, quella dello svuotamento dell’Isola, si è conclusa positivamente. “Abbiamo restituito l’isola ai lampedusani, adesso la restituiamo ai turisti”, ha detto orgogliosamente il ministro.
Il piano del governo per rilanciare il turismo su quello scoglio in mezzo al Mediterraneo prevede una serie di incentivi per i turisti che sceglieranno quella destinazione per le vacanze estive. “Il contributo del governo – ha precisato la titolare del Turismo – arriva fino al 45 per cento del costo totale della vacanza”.
Nel corso della conferenza stampa, Brambilla ha anche ripreso le promesse fatte dal presidente del Consiglio (che doveva essere presente alla presentazione) in occasione della sua visita a Lampedusa. Se la fase uno era di svuotare l’Isola dai migranti e la fase due quella di restituirla alla sua naturale vocazione al turismo, la terza e ultima fase prevede, secondo le intenzioni del governo, di farne un piccolo paradiso, una Las Vegas nel cuore del mare nostrum. Con tanto di casinò e campi da golf.
“Un meccanismo che garantirà a Lampedusa una delle migliori performance turistiche degli ultimi anni”, ha assicurato il ministro. “Tutta aria fritta”, ha commentato Armando Cirillo, responsabile Turismo del Pd che sottolinea come il governo non abbia fornito nessuna stima delle risorse economiche messe a disposizione della seconda fase. “E’ una situazione kafkiana”, commenta sprezzante l’esponente dei democratici.
Anche dai diretti interessati arriva una sonora bocciatura per il ministro. “Campi da golf e ospedali? – si chiede Giusi Nicolini, responsabile di Legambiente e pasionaria lampedusana – Qui c’è un’emergenza idrica drammatica. Il ministro come pensa di innaffiare i campi? E poi mi sembra più utile un ospedale rispetto al casinò, dato che qui chi si vuole curare deve andare in elicottero in Sicilia”.
Secondo l’ambientalista, il ministro si è poi dimenticato della “fase zero, quella in cui Lampedusa è stata trasformata in un carcere a cielo aperto per i migranti. E, sempre per parlare di fasi, anche la prima mi sembra tutt’altro che finita, dato che i migranti continuano ad arrivare”.
A Giusi Nicolini non piace nemmeno il piano che il governo ha messo a punto per stimolare il turismo. “La Brambilla ha messo a punto due soluzioni – dice Nicolini – La prima riguarda il bonus del governo per le famiglie indigenti. Ma, con tutto il rispetto per chi ha poche risorse economiche, come pensa di sollevare il mercato turistico con le famiglie indigenti? E poi ci sono gli incentivi ai tour operator che andranno a vantaggio degli alberghi che sono l’unica realtà che dall’emergenza profughi ha guadagnato. Dato che hanno ospitato centinaia di giornalisti e membri delle forze dell’ordine”.
Eppure gli sbarchi a Lampedusa sono stati la regola fino al 2008, quando il ministro dell’Interno firmò il Trattato d’Amicizia con Gheddafi. Ai tempi però era in essere il cosiddetto “Modello Lampedusa”, un sistema rodatissimo che faceva in modo che le migliaia di migranti che arrivavano sull’isola fossero di fatto invisibili agli ignari vacanzieri. Era come se esistessero due isole parallele: quella dei migranti e quella dei turisti. Altri tempi quelli, quando Mimmo Paladino costruiva la sua “Porta sul mare”, una bellissima scultura dedicata ai migranti annegati nel tentativo di raggiungere l’Europa. Quel sistema oramai è solo un pallido ricordo. Fu smantellato non appena la pressione migratoria dalla Libia si fermò.