Prima hanno sfregiato la mostra in chiesa su Scampia, ora l'auto danneggiata di una catechista e le minacce al prete: "Mi ha avvicinato una persona che forse non fa parte della malavita, ma è convinta che la camorra faccia del bene". In questo clima domani la manifestazione per dire no a un ex detenuto che dovrebbe arrivare in soggiorno obbligato a Sorbara di Bomporto
Ieri l’autore della mostra Davide Cerullo, impegnato a Pistoia per la presentazione del suo libro “Ali bruciate”, è stato raggiunto da una telefonata minacciosa. Poche parole in dialetto stretto, incomprensibili ma gridate con violenza. Nella notte l’auto e la cassetta della posta di una giovane catechista intervenuta durante la messa di sabato scorso per commentare le immagini poi sfregiate da croci e punti interrogativi – messaggi mafiosi ora al vaglio dei carabinieri – sono state imbrattate con la stessa vernice. Non fosse abbastanza chiaro l’avvertimento, Don Paolo Boschini ieri è stato invitato da un parrocchiano a non occuparsi più di queste cose “perché la camorra non esiste, è un’invenzione dei razzisti del nord”. E più tardi via sms: “Pensa a chi ti vuole bene”.
Il parroco modenese oggi si è presentato in caserma per la denuncia: “Solo per le scritte e la telefonata a Cerullo – chiarisce – Colui che mi ha avvicinato non è un malavitoso, ma una persona convinta che i clan facciano del bene, uno dei tanti casi di camorra culturale. Noi non ci fermiamo e domenica 8 maggio, in occasione della giornata per le vittime di stragi e terrorismo, celebreremo una veglia di preghiera. E’ giunto il momento di fare rete, di avere tutti consapevolezza della situazione, di dire che la camorra qui è forte e ramificata”.
In questo clima domani mattina a Sorbara di Bomporto si svolge la manifestazione organizzata da ‘Avviso pubblico’ per ricordare Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica (Salerno) ucciso il 5 settembre scorso dalla camorra, e diventata ormai anche un simbolo del no al soggiorno obbligato di Egidio Coppola. Il sindaco Andrea Borghi, sostenuto da istituzioni e associazioni locali, Libera e Rete Viola, chiede di non concedergli la residenza per “non vanificare il lavoro svolto dalle operazioni antimafia contro le infiltrazioni della criminalità organizzata”.
Saranno presenti anche il sindaco di Niscemi Giovanni Di Martino, il Pm della Direzione nazionale antimafia Anna Canepa e il commissario straordinario antiracket e usura Giancarlo Trevisione. I familiari di Coppola protestano, ricordando che ha già pagato il suo debito con la giustizia (7 anni al processo Spartacus), e la moglie scenderà in piazza. Ad alimentare la tensione anche il fatto che nelle prossime ore il tribunale di sorveglianza di Santa Maria Capua deciderà se accogliere o meno la richiesta di Coppola.