Non diamo alibi alla Rai! La mancanza di informazioni sui quesiti referendari non dipende solo e soltanto dalla assenza del regolamento specifico, ancora fermo nelle aule della commissione parlamentare di vigilanza.
Bene hanno fatto i comitati referendari a far sentire la loro voce sotto la sede di Viale Mazzini per denunciare lo scandalo in atto.
Sacrosanti sono gli appelli lanciati da Ottavia Piccolo e da decine e decine di giornalisti e di artisti che hanno già aderito alla campagna contro il silenzio lanciata da Articolo21.
Come non sottoscrivere le parole di Adriano Celentano e l’iniziativa lanciata dal Fatto?
Tutti insieme ci ritroveremo mercoledì 3 maggio, alle 14, a Roma, davanti alla sede della Commissione di Vigilanza per solidarizzare con il presidente Zavoli e chiedere che finisca il vergognoso ostruzionismo messo in atto dalla maggioranza che sta tentando di non far approvare nulla.
Così dopo il broglio politico, giocheranno la carta di sempre, quella del broglio mediatico con il dichiarato obiettivo di oscurare i quesiti e di determinarne la sconfitta attraverso il mancato raggiungimento del quorum. Sono dei miserabili, degli imbroglioni, incapaci ad affrontare uno scontro a viso aperto, senza cappucci, senza trucchi da loggia p3, senza brogli.
Per questo è giusto chiedere che la Commissione vari subito il regolamento e definisca gli spazi specifici, il calendario e le modalità delle tribune e dei confronti.
La battaglia per la legalità è sacrosanta ma, come dicevamo, non diamo alibi ai direttori, agli autori, ai singoli giornalisti: già ora è possibile anzi doveroso dare tutte le informazioni relative all’appuntamento rerefendario, non esiste regolamento che lo vieti.
Si tratta di notizie e vanno comunque date, tanto è vero che ci sono state trasmissioni che lo hanno già fatto dal Tg3 a Rainews, da Annozero ad Agorà, da Radiotre a Caterpillar, per fare solo qualche esempio.
Chi ha voluto fare il suo mestiere lo ha fatto, chi ha voluto obbedire ai comandi del presidente del Consiglio lo ha fatto perché ha scelto di fare il servo, perché ha tradito il suo giuramento professionale, perchè non vuole disturbare il padrone che ha deciso di barare e di cancellare i quesiti.
A costoro non vanno fatti sconti e non vanno dati alibi di alcuna natura, anzi sarebbe davvero il caso che in presenza di violazioni così clamorose, vergognose, indegne di un pubblico servizio si aprisse un dibattito e un aspro confronto professionale, redazione per redazione.
Stiamo parlando del libero esercizio del voto, e non di una nomina a vicedirettore!
L’Autorità di garanzia, con un certo ritardo, ha scoperto che Berlusconi fa i comondi suoi nei tg, facendo notare che “la sua presenza appare eccessiva”.
Quanto ci metteranno ad appurare che i referendun sono stati cancellati? Quanto tempo ci vorrà perchè riescano ad imporre i tempi compensativi?
Non sappiamo chi sarà il prossimo direttore generale della Rai, o la prossima direttrice, ma cominceremo a credere che qualcosa sarà davvero cambiata quando leggeremo una circolare che, invece di molestare i Santoro, i Travaglio, i Floris e via discorrendo, reciterà più o meno cosi: ” Carissimi direttori, a cominciare dal carissimo Augusto, ricordatevi che siamo un servizio pubblico e che le notizie sui referendum bisogna darle tutte e che i cittadini debbono essere ampiamente informati, affinchè possano decidere e scegliere liberamente. Fate il vostro dovere perché il vostro editore sono i cittadini che ancora pagano un canone e a noi spetta il compito di dare tutte le notizie, anche quelle che non piacciono ai potenti di turno, chiunque essi siano o saranno…”. Per coloro che non vogliono limitarsi a sognare il nuovo appuntamento è per il 3 maggio, davanti alla sede della Vigilanza, a Roma, vicino a piazza del Pantheon.
Sarà anche la giornata internazionale dedicata alla libertà di informazione: quale migliore occasione per ritrovarci insieme per reclamare l’approvazione del regolamento in materia di referendum e per gridare, ancora una volta, il nostro no ai bavagli di ogni forma e colore?
P.S. Il signor Masi, quello che disturbava Annozero e noi spettatori con le sue telefonate moleste, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera nella quale, tra le tante facezie, ha anche accusato Michele Santoro di essere “uno che pensa solo ai soldi”. Peccato che Santoro e i suoi collaboratori alla Rai abbiano portato ascolti e conseguenti ingenti ricavi, a differenza di Masi che nulla ha portato e nulla ha lasciato, se non disastri.
Quanto ai soldi siamo sicuri che il signor Masi devolverà anche i nuovi emolumenti alla fondazione delle orfanelle di San Silvio e San Mauro.
Per il resto è proprio il caso di dire “Parce sepulto”! E tanti auguri davvero, come ha detto Michele Santoro, a tutti i dipendenti della Consap.