Le truppe del colonnello Gheddafi usano sempre più l’arma della violenza sessuale contro i civili, potenziata dall’uso del Viagra. Violenze terribili supportate da massicce dosi di Viagra che il Raìs ha distribuito alle sue truppe. Questa la denuncia del rappresentante degli Stati Uniti alle Nazioni Unite Susan Rice fatta durante una riunione a porte chiuse del Consiglio di sicurezza ONU. Il discorso della Rice è stato riportato da diplomatici che hanno voluto rimanere anonimi. Le accuse non sono state ufficialmente confermate e pare che al meeting nessuno abbia risposto alle dichiarazioni, ma un diplomatico avrebbe detto che erano un commento al dibattito sulla coalizione dei paesi intervenuti in Libia, un paese dove ci sarebbe un avversario che fa cose riprovevoli. Secondo lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale “stupro, schiavitù sessuale, prostituzione forzata, gravidanza forzata, sterilizzazione forzata e altre forme di violenza sessuale di analoga gravità” commessi nei conflitti armati sono crimini di guerra.
Riguardo ai presunti crimini di guerra commessi in Libia, il 14 aprile anche Margot Wallstrom, la rappresentante speciale dell’ONU sulla violenza sessuale nei conflitti armati, chiedeva al Consiglio di Sicurezza che, in accordo con la risoluzione 1820, ci fosse “l’immediata e completa cessazione da parte di tutti quelli coinvolti in conflitti armati di tutti gli atti di violenza sessuale contro i civili e l’esclusione di questi crimini dall’amnistia”. Chiedeva anche la garanzia che ogni accordo per cessare il fuoco nei conflitti in Libia e in Costa D’Avorio implicasse “la cessazione della violenza sessuale come tattica di guerra.” Il crimine probabilmente viene commesso anche in Libia, anche se per ora mancano i dati ufficiali.
La violenza sessuale è largamente usata come tattica, come ritorsione e come mezzo di terrorismo psicologico nei conflitti, come è successo per esempio nella guerra civile nepalese fra maoisti e truppe fedeli al re terminata nel 2006. Non è improbabile che sia usata anche nel conflitto libico. Ricordiamo la denuncia della 29enne Iman al-Obeidi, studentessa di legge, che il 26 marzo scorso ha dichiarato alla stampa internazionale del Rixos Hotel di Tripoli che quindici soldati dell’esercito di Gheddafi l’avevano fermata a un posto di controllo, l’avevano trattenuta per due giorni contro il suo volere, picchiata e violentata.
Le ipotetiche atrocità delle truppe leali a Gheddafi contro i civili non sono state però confermate dalla Corte Penale Internazionale, né ci sono stati rilasciati commenti ufficiali da parte dei diplomatici ONU alle dichiarazioni della Rice e della Wallstrom. Alcuni di loro hanno detto che le dichiarazioni di Susan Rice sull’uso del Viagra, e quindi dell’incoraggiamento allo stupro di civili da parte del governo libico, sono state fatte nel tentativo di persuadere quelli che non sono convinti dell’intervento occidentale che in Libia non si sta svolgendo una guerra civile qualunque ma un conflitto ben peggiore, in cui Gheddafi non esita a ordinare ai suoi soldati di commettere crimini efferati. Le dichiarazioni della Rice sarebbero quindi rivolte specialmente alla Russia, la Cina e l’India, per persuaderle che l’intervento militare da parte della coalizione cominciato il 19 marzo è giusto e giustificato.
(Articolo aggiornato alle 11.00 di domenica 1 maggio)