Domani 3 maggio si celebrerà nel mondo quello che resta della libertà di informazione. In Italia, maglia nera in tutte le graduatorie internazionali, ci saranno diverse iniziative promosse dalla Federazione della stampa, dai cronisti, da associazioni e comitati che non si sono mai stancate di battersi contro i bavagli e contro le liste di proscrizione. Tra le tante una merita davvero di essere ricordata: quella dedicata alla storia di Cosimo Cristina, un giovane cronista dell’Ora di Palermo ammazzato nel 1960.
La famiglia attende ancora di sapere da chi sia stato ammazzato e perchè Cosimo, che indagava senza sosta sulle attività mafiose e sugli intrecci con la politica di allora.
Sarà ricordato stasera alle 21, nelle sale della Bibilioteca nazionale di Roma, a Castro Pretorio, con uno spettacolo curato ed interpretato da Luciano Mirone, sempre disponibile quando si tratta di dar voce all’Italia civile, quella che non avrebbe mai ospitato il mafioso Mangano né in giardino, né in soffitta.
Con Mirabile ci saranno anche Vittorio Viviani e Paola Minaccioni che daranno voce alle altre storie di cronisti ammazzati dalle mafie, alcuni dei quali rimossi dalla memoria collettiva.
Questa serata civile l’ha fortemente voluta Alberto Spampinato, giornalista dell’Ansa, che ha dedicato la sua vita a questo impegno per la legalità. Il fratello, Giovanni, anche lui cronista dell’Ora, subì la stessa sorte di Cosimo Cristina, anche lui giovanissimo, anche lui “un ficcanaso” che non si rassegnava alle veline ufficiali, al quieto vivere, agli inviti a non disturbare “le persone di rispetto”.
Ieri come oggi, sempre le stesse parole contro quelli che vogliono fare solo e soltanto il loro mestiere, “quelli che strozzerei con le mie mani perchè sporcano l’immagine dell’Italia con questa mania di scrivere e di raccontare la mafia”, per citare il presidente del Consiglio in carica.
Alberto Spampinato, anche per onorare la memoria del fratello, ha realizzato, con il concorso della Federazione della Stampa, dell’Unione Cronisti, dell’Ordine, un osservatorio di nome “Ossigeno”, che si propone di segnalare e di denunciare tutti casi di intimidazione, di aggressione, di pressione indebita contro i giornalisti, con o senza tesserino professionale, che contrastano la criminalità in tutte le sue forme, e soprattutto di farlo prima che sia troppo tardi, non appena cominciano a manifestarsi i primi avvertimenti.
Spampinato, tuttavia, ha voluto dedicare la serata del due maggio a Vittorio Arrigoni, al suo ruolo di cronista, alla sua capacità di raccontare mondi lontani e di farlo con grande passione civile e senza riverenza alcuna nei confronti dello spirito dei tempi che non contempla più la soluzione della questione palestinese ed il rispetto delle risoluzioni dell’Onu anche in quella parte del pianeta. Proprio per questo ci sembra giusto segnalare la lettera di Alberto Spampinato.
Vi ricordiamo solo che lo spettacolo “Uno scandalo italiano: storia di Cosimo Cristina, suicidato da Cosa Nostra”, di e con Luciano Mirone, inizierà alle 21. Ingresso libero.