Da diverso tempo ormai, mi occupo di DB, artista ultranovantenne piuttosto famosa, in procinto di approdare al Mart di Rovereto. Oltre che gestire la sua attività professionale, l’aiuto anche a portare avanti la sua lotta continua versus quest’italiotta immobile & immutata da sempre.
DB, vedova di un uomo di quelli che, non per obbligo ma per principio, pagavano le tasse sino all’ultima lira, continua indefessa a pagarle fino all’ultimo euro. Recentemente riconosciuta invalida al cento per cento, riesce a deambulare illesa soltanto grazie all’ausilio della sua assistente. Volendo sorvolare sull’incredibile numero di visite & contro visite subite da DB nell’arco di anni – tutte tese ad accertare che la sua fosse un’invalidità reale e non supposta, compresa la visita finale al cospetto della commissione di un ospedale militare – mi limito a riportare l’iter percorso da DB e dalla sua assistente per ottenere l’assegnazione di una sedia a rotelle, più consona alle sue sopraggiunte difficoltà, pur disponendo DB di una sedia ritenuta obsoleta dal suo ortopedico di fiducia.
Circa un mese fa il medico curante dell’Asl, preso atto della richiesta dell’ortopedico di DB, dispose una visita domiciliare da parte di una non ben identificata commissione, tesa a verificare l’effettivo bisogno di una sedia ortopedica da parte di DB, la quale insiste nel voler continuare a deambulare con le proprie gambe, nonostante tre cadute negli ultimi trenta giorni, e i relativi interventi di altrettante autoambulanze, come risulta dalle radiografie & incartamenti vari, i quali, com’è noto, vanno tutti religiosamente conservati sine die, a disposizione dei burocrati presenti e di quelli che verranno poi.
Dopo una settimana dalla richiesta, durante il sabato che precedette il dì di pasqua, ben due fisiatri, un lui e una lei, si presentano senza preavviso alla porta di casa DB, pretendendo di esaminare, oltre alle condizioni dell’infortunata, anche le radiografie corrispondenti alle tre precedenti cadute. Ma sabato è il giorno di riposo dell’assistente di DB. La sua sostituta ignora dove siano conservate radiografie & referti, e così io testimone oculare per puro caso.
Non potendo i due fisiatri prendere visione delle lastre dell’Istituto Ortopedico Toscano, già visionate dal suo medico di base e dall’ortopedico di DB, bisognerà che la sua assistente si rechi nuovamente al Cup di Camerata aperto lunedì dalle 8 alle 12, oppure il giovedì dalle 14 alle 18. Anche perché la pratica, risiedendo DB a Fiesole, compete sia al Cup delle Caldine che a quello di Camerata, con orari che non ci azzeccano l’uno con l’altro nemmeno se l’ avessero fatto apposta. Frangente assai comune che richiede andate e ritorni nella stessa giornata e, dove occorra, in giornate diverse proprio a causa dell’assenza di un orario unico degli uffici tutti.
Dato che il lunedì successivo è Pasquetta, l’assistente di DB dovrà ritornare al Cup di Camerata il giovedì successivo, portandosi appresso le già esaminate e riesaminate radiografie di DB, con le quali ottenere il permesso di recarsi in un negozio di ortopedia per un preventivo, che dovrà poi essere visionato dai fisiatri del Cup, prima di procedere all’acquisto dell’agognata sedia a rotelle a spinta, non a motore. L’assistente, ottenuto dal negozio un preventivo di 190 euro circa, si ripresenta al Cup dove le dicono che sì, che il preventivo va bene, ma che sarà necessario altro tempo prima di ottenere l’autorizzazione finale al dilazionato acquisto, visti & considerati i trenta giorni ormai trascorsi.
Come si sarà capito DB è persona che dispone del privilegio di essere assistita da una persona 24 ore su 24, anche se si suppone che quest’ultima non dovrebbe lasciare continuamente l’assistita, per l’espletazione reiterata delle stesse pratiche in uffici diversi, che aprono in giorni diversi e in orari differenti. Infatti ogni volta che l’assistente di DB è costretta ad assentarsi per una delle tante pratiche con cadenza e progressione geometriche, aumentano anche le probabilità che la sua assistita ricada ancora e ancora, aggravando le sue condizioni di salute e le conseguenti spese mediche & via discorrendo.
Situazione più pesante e grave nel caso si consideri il caso di una persona anziana in condizioni economiche più modeste che, potendosi permettere soltanto l’ausilio dei suoi familiari i quali magari lavorano e che, una volta tornati a casa, dovranno arrabattarsi per cercare di essere nell’ufficio A il lunedì o il mercoledì pomeriggio, nell’ufficio B il martedì, il giovedì di mattina o il venerdì pomeriggio, mentre l’ufficio C sarà aperto sempre di pomeriggio, escluso il venerdì aperto solo di mattina o viceversa.
In quasi tutto il primo e secondo mondo, ma anche nella maggioranza dei paesi del terzo, almeno in quelli nei quali i cittadini non sono trattati alla stregua di sudditi e di questuanti, gli uffici osservano l’orario unico e sono di norma aperti dalle 9 alle 17. E soprattutto non richiedono domande & domandine, né raccomandate rr per il rispetto di diritti basilari, con interminabili code ai nostri uffici anche postali assiepati di persone ridotte a postulanti, essendo l’uso di internet assodato persino nel quarto mondo e magari in quelli seguenti, ma evidentemente non ancora in questo ex bel paesino che molti, per non dire quasi tutti, abbandonerebbero volentieri magari per sempre.