da Misurata – La parte Sud di Misurata è di nuovo scossa dai combattimenti. Le milizie di Gheddafi, da ieri pomeriggio, hanno ripreso i bombardamenti con missili grads e artiglieria pesante. L’obiettivo, non dichiarato ma evidente, è circondare la città e chiudere l’unica via di fuga. Il porto. Quel porto controllato dai ribelli che è anche l’accesso per i rifornimenti di armi, con pescherecci che fanno avanti e indietro senza sosta da Bengasi. È proprio qui che ieri, attorno alle 17, si è scatenata la furia dei lealisti. Una quarantina di grads, sparati a random sull’area, hanno mandato in frantumi container e strutture, uccidendo due persone e ferendone oltre 20. Nessuna notizia degli ultimi 700 migranti africani che sono in attesa di essere evacuati e si trovano nelle tende della Mezzaluna Rossa a qualche centinaio di metri dall’entrata principale del porto. La nave dell’Iom, l’Organizzazione internazionale per i Migranti, da 48 ore attende a 6 miglia di distanza l’ordine di entrare.
Alle 6 di ieri mattina, nel quartiere di Ghiran, Sud di Misurata, controllato dai ribelli e distante poco meno di 500 metri dall’aeroporto, dove si riparano le forze del colonnello, sembrava tutto pronto per la grande offensiva. Offensiva che, giuravano gli insorti, avrebbe definitivamente messo fine all’assedio di Misurata e protetto la popolazione civile. Mentre l’artiglieria attendeva in fila ordinata la copertura aerea della Nato per avanzare, i lealisti hanno scaricato nell’area una pioggia di RPG e mortai. L’ambulanza su cui viaggiavo con altri giornalisti è andata in frantumi. Uno degli RPG ha colpito l’entrata del garage dove molti ribelli stavano pulendo le armi provocando 4 morti e 13 feriti, di cui cinque in modo grave. Panico, nervosismo e disorganizzazione, hanno fatto il resto tra le file dei giovani combattenti. Dopo meno di un’ora i lealisti avevano conquistato l’area e costretto tutti alla ritirata.
Nel pomeriggio, mentre i dottori cercavano di organizzarsi, da Al-Zawiyah, nella parte Ovest di Misurata al Porto (Nord-Est), una nuova offensiva dei lealisti ha costretto i ribelli a indietreggiare e perdere nuovamente terreno. La paura delle armi pesanti è sempre più grande e l’appoggio sperato dei caccia Nato non è arrivato. La parte periferica a Sud di Misurata sta tornando in mano alle truppe del colonnello, che, stando ai racconti dei feriti di questa mattina all’ospedale, stanno nuovamente avanzando verso Tripoli street. L’ultima notizia non verificata che gira all’ospedale è di migliaia di soldati attorno alla città muniti di maschere anti-gas. Il terrore del possibile uso di Gas mostarda contribuisce a complicare una situazione già tesa tra dottori e civili presenti.
La maggior parte della stampa straniera a Misurata ha deciso di partire. Per tutta la notte, nello scantinato sotto terra dove si ammassano giornalisti e dottori stranieri sono risuonate le esplosioni della battaglia. Alle 6 del mattino, alle porte della struttura, decine di persone con il dito puntato accusavano la stampa di non fare abbastanza per chiedere un intervento militare della Nato. È a questo punto che i responsabili del media center di Misurata decidono di spostare i giornalisti in un luogo più sicuro, in attesa di una barca per Bengasi. Molti dei civili libici che in questi mesi sono rimasti in città sono incolonnati a piedi o con le loro auto al cancello incenerito del porto, in attesa ti trovare una barca per Misurata, sfidando la sorte dei grads che cadono dal cielo e che anche questa mattina hanno colpito il porto. La Nato non si vede e le barche sono a 6 miglia e se questa è la situazione torneranno indietro vuote.