Il capo di al Qaeda è stato ucciso a nord di Islamabad. L'operazione, la cui pianificazione è iniziata nell'agosto scorso, è durata 15 minuti ed è stata condotta dai corpi speciali dell'esercito americano. L'annuncio è stato dato da Obama alle quattro ore italiane. I talebani annunciano ritorsioni. Giallo sulla foto che lo ritrae cadavere
“Vivo o morto, l’obiettivo era catturare Osama bin Laden“, a parlare così è John Brennan, consigliere per l’antiterrorismo dell’amministrazione americana. E così è stato. A riferire della morte del principe del terrore è stato il presidente americano in persona alle quattro del mattino ora italiana. Notizia confermata anche da un esponente del ramo yemenita di al Qaeda: “E’ una catastrofe. All’inizio non abbiamo creduto all’informazione, ma siamo entrati in contatto con i nostri fratelli in Pakistan che l’hanno confermata”. Il capo di al Qaeda è stato ucciso a nord di Islamabad. L’operazione, la cui pianificazione è iniziata nell’agosto scorso, è durata 15 minuti ed è stata condotta dai corpi speciali dell’esercito americano. Come ha riferito Brennan, è stata la resistenza opposta da lui e dai suoi uomini a costringere i militari a ucciderlo. Intanto la situazione a livello internazionale resta di massima allerta. Paura per ritorsioni dei talebani e dei simpatizzanti del network del terrore. Anche il capo dell’intelligence americana, Leon Panetta, ha fatto sapere di aspettarsi a breve una vendetta dei seguaci di Osama. Un’opinione condivisa anche da Gilles de Kerchove, coordinatore dell’antiterrorismo dell’Unione Europea, che ha detto di aspettarsi anche delle azioni individuali per vendicare la morte del leader fondamentalista.
Dopo l’annuncio di Barack Obama, la notizia è rimbalzata sugli organi di informazione di tutto il mondo. Secondo il New York Times, il capo di al Qaeda sarebbe stato ucciso circa una settimana fa in un raid americano, e il corpo sarebbe in mano alle autorità Usa. Dopo una mattinata di mistero, a causa della pubblicazione di una foto del cadavere che poi si è rivelata essere falsa, la Cnn ha confermato: “Ci sono riscontri sulle tracce di dna”. Notizia poi smentita con un “in corso analisi su Dna”. Subito dopo le parole del presidente degli Stati Uniti, gli americani si sono riversati nelle piazze per festeggiare. Mentre in Pakistan, come riferiscono alcune fonti locali, subito dopo l’uccisione di Osama gruppi di mullah si sono riversati sul posto del blitz per pregare.
Il covo di bin Laden e la dinamica dei fatti La pianificazione dell’operazione era cominciata lo scorso agosto, quando si hanno avuto conferme di dove si trovasse Obama. Il leader del terrore si nascondeva in un complesso residenziale di lusso a nord di Islamabad, capitale del Pakistan. Il compuond ospita numerosi militari pachistani in pensione. E’ grande otto volte di più delle case adiacenti, è circondato da un muro alto fino a 5 metri e mezzo su cui corre il filo spinato, con altri muri posti all’interno che separano le varie zone della struttura. Vi si accede tramite due ingressi principali presidiati dalla sicurezza, e i residenti bruciano l’immondizia invece di farla raccogliere. Ecco le immagini del covo pubblicate sul sito della Abc.
Il blitz è stato condotto da una squadra di 14 elementi del corpo speciale americano Navy Seals, trasportato in loco dall’Afghanistan. L’operazione, come ha specificato Brenann, è stata compiuta tenendo all’oscuro le autorità pakistane e, diversamente da quanto annunciato dalla Reuters, non era per uccidere, ma per catturarlo. E’ stata la sua reazione a costringere i militari a ucciderlo. In tutto l’operazione delle forze speciali è durata un quarto d’ora. Con lui sono morte altre quattro persone fra cui una delle sue mogli con cui Osama ha cercato di farsi scudo. Sono finiti in manette due mogli e sei figli del leader fondamentalista, con loro sono stati arrestati anche quattro suoi collaboratori. Il via libera all’operazione è arrivato da Obama in persona venerdì scorso.
Il giallo dell’immagine e della sepoltura Subito dopo l’annuncio dell’uccisione da parte di Obama, la televisione pakistana ha diffuso un’immagine di bin Laden morto che poi si è rivelata falsa. Alcuni internauti jihadisti sostengono che il 10 dicembre del 2010 il sito di informazione iraniano, Tabnak.ir, aveva già mostrato quella foto in cui si vede il volto di bin Laden, con una barba sorprendentemente molto nera e con la parte superiore della faccia lacerata dalle ferite. All’epoca il sito iraniano aveva pubblicato l’immagine accanto al titolo: “E’ forse questo cadavere di Osama Bin Laden?”. Si legge nell’articolo, infatti, che “i media arabi hanno mostrato la foto di un uomo ucciso in una battaglia in Afghanistan il cui volto assomiglia molto a quello di bin Laden. Nonostante questa grossa somiglianza nessuna fonte indipendente ha però confermato che si tratti dell’immagine di Osama bin Laden”. La smentita arriva anche da Peace Reporter. “Si tratta – scrive il sito – di una immagine evidentemente elaborata con un programma di editing di immagini, ripresa dal sito ‘unconfirmedsources’. Il nome del file, peraltro, 20060923-torturedosama.jpg dovrebbe bastare a chiarire l’equivoco: si tratta di una foto del 23 settembre 2006 il cui nome è ‘osama torturato”.
Qualche dubbio invece sulla destinazione del suo corpo. L’amministrazione americana ha fatto sapere che il suo corpo è stato sepolto in mare come prevede la tradizione musulmana dopo una cerimonia funebre tenuta su una portaerei. “La sepoltura ha già avuto luogo – ha confermato un portavoce dell’amministrazione Usa – Abbiamo fatto tutto il possibile perchè il corpo fosse trattato secondo le tradizioni musulmane”. Nessuna notizia su dove il corpo di Osama è stato sepolto. Come dice Brennan, la decisione della sua sepoltura è stata presa durante l’operazione delle forze speciali.
Le reazioni negli Stati Uniti Da ore migliaia di persone festeggiano a Ground Zero. A quasi 10 anni dall’attacco contro le Torri gemelle, New York è scesa in piazza: clacson suonano per la città. Cantando l’inno nazionale e al grido di ‘Yes we can’, i newyorkesi celebrano la morte dell’autore dell’attentato più sanguinoso in territorio americano. C’è chi arriva avvolto nella bandiera americana, chi piange, chi ricorda le vittime dell’attentato con fiori e candele. Ci si abbraccia, si canta ‘Usa Usa’. C’e addirittura chi è arrivato in pigiama, altri hanno lasciato il ristorante per ritrovarsi, in modo spontaneo, nel luogo cella tragedia. A poco più di un’ora dalla diffusione della notizia della morte di Bin Laden, mentre frotte di persone confluiscono a Ground Zero, la polizia chiude le strade, arriva con i cani per contenere la folla crescente. L’emozione è enorme, in piazza ci sono persone che hanno perso amici e parenti nell’attentato. E, fra le lacrime, hanno voglia di celebrare lo storico momento. E anche il presidente Barack Obama che l’ha annunciato.
Il timore di ritorsioni I talebani pakistani hanno minacciato attacchi contro Pakistan e Stati Uniti come rappresaglia per l’uccisione di Osama. “Se è stato martirizzato, vendicheremo la sua morte e lanceremo attacchi contro i governi americano e pakistano e le loro forze di sicurezza”, ha avvertito il portavoce Ehsanullah Ehsan, “sono nemici dell’Islam”. Ehsan non ha confermato la morte dello sceicco del terrore, limitandosi ad osservare: “Se è stato martirizzato è una grande vittoria per noi perché il martirio è l’obiettivo di tutti noi”.
Anche il capo dell’intelligence americana Leon Panetta, ha fatto sapere di aspettarsi a breve una vendetta dei seguaci di Osama. Un’opinione condivisa anche da Gilles de Kerchove, coordinatore dell’antiterrorismo dell’Unione Europea, che ha detto di aspettarsi anche delle azioni individuali per vendicare la morte del leader fondamentalista. “ Leon Panetta, ha fatto sapere di aspettarsi a breve una vendetta dei seguaci di Osama. Se il capo della Cia dice che “quasi certamente” al Qaida tenterà di vendicare l’uccisione di Osama Bin Laden, il numero uno dell’antiterrorismo dell’Ue sottolinea come le minacce più gravi provengano non tanto da gruppi organizzati, ma da singoli simpatizzanti del quaedismo.