Se ancora non avete deciso a chi destinare il 5 per mille, vi suggeriamo alcune Onlus meritevoli del vostro obolo.
Circolo “Ridiamogli la Soprintendenza!”. Raccoglie fondi per l’assistenza legale di Vittorio Sgarbi, ingiustamente privato dell’incarico di Soprintendente di Venezia, nonché per risarcire i dirigenti locali della Cgil tormentati dalle continue telefonate del noto critico-conduttore tv, che pretende la tutela dei sindacalisti rossi contro il fuoco amico di Galan.
Associazione “Un nastro per Sebastiano”. Dopo la chiusura in India dell’ultima industria di macchine per scrivere Sebastiano Vassalli, che – renitente al digitale – vive avvinghiato alle sue quattro Olivetti d’epoca, teme di dover lasciare in bianco il nuovo romanzo. Beh, ce ne faremo una ragione, direte voi. Eh no! Ecco mobilitarsi prontamente i commandos dell’Associazione, procacciando nastri inchiostrati nei magazzini delle fabbriche dismesse.
CVSB (Cooperativa Volontari Soccorso Bibliofili). Organizzazione spontanea nata in seguito a un’allarmante incursione di Repubblica nelle biblioteche degli scrittori. Da cui si è appreso, tra l’altro, che Umberto Eco non riesce più a trovare i libri che gli servono tra i cinquantamila della sua collezione (inclusi duemila tascabili della collana Urania e qualche centinaio di dispense di storia dell’arte dei Fratelli Fabbri, gelosamente conservate dagli anni Sessanta). Per contro, Alessandro Baricco confessa di provvedere giudiziosamente a periodiche pulizie, cedendo i volumi in sovrappiù alla sua Holden (per questo gli scaffali della scuola di scrittura rigurgitano di trombati al Campiello e allo Strega). La cooperativa si fa carico di riciclare non i libri, ma gli allievi di Baricco, spedendoli a casa Eco per dare la caccia ai tomi smarriti. E all’occorrenza, anche riparare qualche tubazione difettosa.
Confraternita Amici di Benjamin (in sigla CAB). Torna il celeberrimo saggio di Walter Benjamin L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Un classico, esemplare per la sua chiarezza, nell’elegante traduzione di Enrico Filippini. Ora l’Einaudi lo ripropone con introduzione di Massimo Cacciari. Che non solo è più lunga dell’opera principale, ma soprattutto molto più oscura, irta di Abstandslosigkeit e di Vergeistigung. Aiutiamo la benemerita CAB: decacciarizziamo Benjamin!