Poi arriva un twitt ironico: “Sento ancora le pale degli elicotteri: spero che non trovino il mio acchiappa mosche gigante, devo nasconderlo”. Quindi, le cose cominciano a chiarirsi: “Osama Bin Laden è stato ucciso a Abbottabad, in Pakistan. Potrebbe essere qui nel vicinato”. Ma Sohaib non ha ancora collegato gli elicotteri sulla sua testa alla notizia che farà il giro del mondo. Solo la mattina dopo, appena sveglio, capisce di essere inciampato nella Storia: “Oh caspita, sono io il tipo che ha raccontato in diretta il raid contro Osama senza saperlo”.
È comunque un trionfo: lo chiamano i media di tutto il mondo, i suoi “follower” da alcune centinaia diventano 65mila in poche ore. Lui è contento ma anche un po’ scocciato: pubblica una foto di quello che resta del covo di Bin Laden – scattata dal balcone di casa – e si congeda per qualche ora: “Mi sono appena svegliato e ho delle cose da sistemare prima di riconciare a bloggare. Per favore, non telefonatemi”.
Il Fatto Quotidiano, 3 maggio 2011