Arrestati anche il sindaco, tre assessori della giunta di Marina di Gioiosa Jonica e un poliziotto del commissariato di Siderno. In manette 40 persone tra vertici e affiliati per associazione mafiosa. Il procuratore Gratteri: "La criminalità è bipartisan"
Non solo il sindaco e i tre assessori della giunta di Marina di Gioiosa Ionica, nel Reggino, ma anche un poliziotto del commissariato di Siderno sono stati arrestati dalla polizia nell’ambito dell’operazione ‘Circolo formato’ contro la cosca Mazzaferro.
L’operazione, cominciata all’alba, è stata condotta dagli uomini della della squadra mobile della questura di Reggio Calabria, del commissariato di Siderno e dello Sco di Roma. Gli agenti hanno eseguito 40 ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Reggio Calabria nei confronti di vertici e affiliati della cosca Mazzaferro, accusati di associazione mafiosa di Marina di Gioiosa Jonica.
Il primo cittadino, Rocco Femia, che guida un’amministrazione espressione di una lista civica, così come gli assessori – Rocco Agostino (Politiche sociali), Francesco Marrapodi (delega ai Lavori pubblici ed urbanistici) e Vincenzo Ieraci (delega all’Ambiente) – sono accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso.
Rocco Agostino, assessore comunale alle Politiche sociali è candidato al Consiglio provinciale di Reggio Calabria nella lista “Raffa presidente” a sostegno del candidato del centrodestra alla presidenza della Provincia Giuseppe Raffa, attuale sindaco di Reggio Calabria.
L’agente, Franco Avenoso, è in servizio nella centrale operativa del Commissariato, ed è sposato con la cugina di uno degli arrestati. Per lui l’accusa è di rivelazione di notizie coperte da segreto investigativo. Secondo l’accusa avrebbe informato i componenti la cosca Mazzaferro sulle indagini condotte nei loro riguardi.
Dall’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, e dal pm Maria Luisa Miranda, la cosca Mazzaferro di Marina di Gioiosa Ionica era riuscita ad infiltrarsi, attraverso imprese riconducibili a boss ed affiliati, nei lavori di ammodernamento della statale 106. Grazie ad una serie di subappalti, la cosca era riuscita ad ottenere sia lavori che fornitura di materiali.
Inoltre, secondo quanto emerso dalle indagini, in occasione delle elezioni comunali che si sono svolte nell’aprile del 2009, la cosca Mazzaferro avrebbe sostenuto la candidatura di Femia che poi è stato eletto. E proprio successivamente alla sua elezione, l’Amministrazione avrebbe fatto in modo di affidare una serie di appalti pubblici a soggetti riconducibili alla cosca.
“Questa è l’ennesima riprova di quello che diciamo da anni: c’è un’intima connessione tra ‘ndrangheta e certa politica. La ‘ndrangheta vota e fa votare. E non è né di destra né di sinistra”, ha commentato il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria Nicola Gratteri. Sulla prossima tornata elettorale di metà maggio, il magistrato auspica “che gli arresti di oggi facciano riflettere cinque minuti i candidati a stare lontano dalla ‘ndrangheta. Anche se non è escluso – ha aggiunto- che in qualche caso i giochi siano già fatti. Non so se ce la faranno a stare lontani dalla ‘ndrangheta”.