Lorenza Lei è il nome indicato per la direzione generale della Rai, scelto all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione al posto di Mauro Masi, per assumere l’incarico di amministratore delegato della Consap.
Per domani alle 11 è convocata l’assemblea totalitaria dei soci, per raggiungere l’intesa sul nome del nuovo dg prevista dalla legge. A meno di imprevisti, Lei potrebbe essere nominata direttore generale già domani quando, alle 12, tornerà a riunirsi il cda per la ratifica definitiva.
La Lei, 51enne bolognese, è già di casa in Viale Mazzini. Dopo l’esperienza al marketing della casa di moda Valentino, ha fatto il suo primo ingresso negli anni ’90 a Raiuno, dove è stata capostruttura di finanza, pianificazione e controllo. Nello stesso periodo si è occupata dell’organizzazione della struttura aziendale per il Giubileo, fino a quando non è stata chiamata dal dg Agostino Saccà a capo dello staff della direzione generale. Poi riconfermata sia da Flavio Cattaneo che da Alfredo Meocci. L’ultima nomina nel 2009: vicedirettore generale con delega alle Risorse Artistiche. E domani, forse, l’investitura a dg: sarebbe la prima nomina femminile della storia della Rai.
“Apprezzo senza riserve la scelta di un direttore generale donna per una ragione non unica né semplice – commenta il senatore Sergio Zavoli, presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi – perché una nuova sensibilità istituzionale, potrebbe porsi, tra l’altro, il problema di come viene rappresentata la personalità femminile sugli schermi del Servizio pubblico”. “Si tratta di allertare un’attenzione culturalmente in grado di far fronte a una lenta, quasi naturale deriva che interpreta sempre più forti interessi commerciali e sempre più deboli scrupoli civili” ha aggiunto Zavoli. Uguale apprezzamento è arrivato dall’Usigrai – il sindacato dei giornalisti Rai – per la scelta di una donna. “Speriamo che questo segni l’inizio di una nuova era nell’azienda di servizio pubblico e di un nuovo metodo di lavoro. – scrive il sindacato in una nota – In particolare, l’unanimità rappresenta un forte segnale di discontinuità , che auspichiamo diventi la regola in tutte le decisioni a partire dalle nomine delle direzioni di testata, segnando il superamento di una divisione che per troppo tempo ha paralizzato la Rai”.