Negli stessi giorni in cui veniva beatificato Giovanni Paolo II, è morto, a Puttaparthi, il santone indù Sai Baba, famoso anche in Italia per essere stato guida spirituale, fra gli altri, del fratello di Bettino Craxi. Qui si fantastica che Berlusconi, deluso per non essere stato ancora santificato malgrado i tanti miracoli compiuti, ambisca a ottenere almeno l’eredità spirituale di Sai Baba.

Il Sai Bunga d’Hard-core

Si è candidato santo il Cavaliere
o, se non santo, per lo men beato
ed ha da tempo al Papa fatto avere
l’elenco dei prodigi che ha operato.

Ha pulito città dalle monnezze,
dopo i sismi ne ha ricostruite,
ha diviso con gli altri le ricchezze,
le tasse a tutti ha assai diminuite.

Le nullità ha portato in Parlamento
facendone le menti del Paese,
ha milioni di zoccole redento
di Calcutta facendone Terese.

Difese la famiglia in ogni modo,
del cancro debellò la malattia,
di Lampedusa trasformò l’approdo
nel paradiso, meglio di un Messia.

Ma Papa Benedetto l’ha fregato
ed invece di dichiararlo sant
Wojtyla ha scelto come neobeato,
lasciando il Capellon pien di rimpianto.

E’ sempre fortunato il Cavaliere,
nel momento del massimo sconforto
dall’India giunge il colpo di sedere:
il grande guru indian, Sai Baba, è morto!

Idolatrato come Berlusconi,
come lui puttaniere, a quanto pare
e straricco a migliaia di milioni,
lascia un vuoto difficile a colmare.

E il premier, che ogni giorno va più giù
e teme che finisca la sua fiaba,
ha l’occasion di diventare indù
e a Puttaparthy andar, novel Sai Baba.

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