Ida abita in una grande cascina. Ancora più grande da quando le è morto il marito. Ida ha più di ottant’anni ma li porta bene. Sì, ha i capelli tutti bianchi, arruffati, e gli occhiali spessi, ma in fondo ci vede e ci sente bene, ed anche se la terra è bassa ha la schiena bella dritta e coltiva ancora con amore. Ida non ha mai usato un veleno per mandare avanti la campagna, anche se poi si lamenta che sovente “marina” (cioè viene colpita da malattie) la frutta.

Ida non credo si sia mai comprata un vestito, ha sempre maglie di lana grezza e spesso un grembiule. Viaggia sempre a piedi, non ha l’auto, tanto il suo mondo è la frazione. La sua casa è grande, sì, ma la scalda solo dove serve e solo con la legna del suo bosco. Ida tiene tante galline, cui dà da mangiare il pane avanzato che le porta la gente. Io da lei compro le uova. Le vende sei per un euro, ma me ne regala sempre una. Io ogni anno le porto un’agenda, anche se non so bene cosa se ne faccia. Per lei i soldi non contano nulla, tanto ha quello che le basta per vivere. Ida non va in chiesa: crede che finisca tutto qui. Ida non sa nemmeno cosa sia l’ambientalismo, e non si rende conto di esserne un esempio vivente.

Del marito conservo un ricordo in particolare: un giorno lo vidi in un prato vicino a casa guardare per aria. Gli chiesi cosa stesse facendo. Mi rispose che cercava l’ape regina che era fuggita dall’arnia. Suo marito non è morto di cancro, come il nostro mondo sbagliato fa morire quasi tutti. E’ morto a causa di un grosso ramo cadutogli addosso mentre faceva legna per scaldare la sua casa.

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