Il presidente onorario è Silvio Berlusconi. La sua funzione, quella del classico patronato: “sviluppare ed estendere – come recita lo slogan – il concetto di assistenza al cittadino e all’impresa, offrendo soluzioni concrete a problemi quotidiani, dal settore previdenziale a quello fiscale, dalla formazione al lavoro, alla difesa dei consumatori”. Insomma, “Pdl, al servizio degli italiani” è una specie di Caf azzurro, nato sotto l’egida di B. ma affidato in provincia a figure di partito con uno spiccato radicamento territoriale. E a volte chiacchierate.
A Pavia l’associazione “al servizio degli italiani” arriverà per iniziativa dell’attuale consigliere comunale, naturalmente in quota Pdl, Dante Labate. Ribattezzato sui blog che si occupano di notizie politiche pavesi, “l’iper-intercettato”, Labate ha riempito molte parti dei documenti riguardanti l’ultima grande operazione anti-‘ndrangheta effettuata in Lombardia, la “Infinito”. Spesso era al telefono con Carlo Chiriaco, il direttore sanitario dell’Asl che si vantava di essere tra i capi della ‘ndrangheta a Pavia; e con Pino Neri, il referente per le cosche nella regione motore economico del paese, dopo la morte del grande capo Carmelo Novella.
Labate non è indagato, ma stando alle indagini della distrettuale antimafia di Milano viene, suo malgrado, tirato in ballo da Chiriaco, “colui che si pone – scrivono i magistrati – come mediatore tra il mondo politico pavese e alti esponenti di ‘ndrangheta”.
Labate prosegue però la sua carriera tra le fila del Pdl. Oltre a mantenere la carica in consiglio comunale, fa parte del direttivo dell’Aler di Pavia, l’ente che gestisce gli alloggi popolari. Le recenti cronache, poi, riportano la sua partecipazione alla convention romana in cui l’associazione di patronato è stata costituita, alla presenza di Berlusconi e del ministro Michela Vittoria Brambilla. A quest’ultima il compito di occuparsi dell’organizzazione pratica della struttura. A Pavia sono previste due sedi, tutte nel centro della città: in piazzale Nenni e in corso Manzoni.
Labate s’è sempre detto sereno e minimamente preoccupato di fronte alle indagini della Boccassini e a quanto trapelato su giornali. Del resto, altri componenti della sua famiglia sono finiti nel tritacarne della magistratura. Suo fratello Massimo, anch’egli consigliere comunale ma a Reggio Calabria – città d’origine della famiglia Labate – nel 2007 è stato addirittura arrestato per concorso esterno. Ma nel 2010 il processo lo ha riconosciuto innocente e quindi assolto. Nel febbraio di quello stesso anno Dante Labate commenta l’accaduto nientemeno che con Pino Neri: “Perché c’è un assurdo logico e giuridico in tutti i campi…ma no…ma io me lo auguro…ed è una piena rivalutazione da un punto di vista… perché se lo merita e glielo devono tutti…tutto l’ambiente…”. L’oggetto era naturalmente il reintegro del fratello sulla scena politica e sociale.
Massimo Labate è stato consigliere comunale per Alleanza nazionale nella giunta di Giuseppe Scopelliti, prima che lo stesso diventasse Presidente della Regione Calabria. Proprio Scopelliti sarà a Pavia il prossimo 3 giugno a inaugurare i due centri “al servizio degli italiani”.
Labate li gestirà assieme ai colleghi di consiglio, Giuseppe Arcuri, Carlo Conti e Valerio Gimiliano. Con loro tre minacciò l’uscita dal partito lo scorso novembre, per dei dissidi intestini che paiono rientrati. Il Pdl pavese, infatti, ha dovuto trovare a tutti i costi coesione in vista delle prossime votazioni, in programma il 15 e 16 maggio, per il rinnovo della Provincia. Sui movimenti politici in previsione di quella scadenza, l’antimafia milanese si è abbattuta come uno tsunami. Giancarlo Abelli e Giovanni Alpeggiani, pdl ed entrambi citati nell’inchiesta Infinito (non indagati), hanno mollato Vittorio Poma, l’attuale presidente, colui che avrebbe volentieri replicato il suo mandato. Ma la Lega ne ha preteso la testa, per le dimissioni a cui costrinse Angelo Ciocca, consigliere regionale e assessore in provincia, fotografato assieme a Pino Neri. Sarà Ruggero Invernizzi il candidato del centro destra. Poma lo osteggerà come leader del terzo polo, appoggiato pure da “Rinnovare Pavia” di Enrico Filippi, altro nome citato da Chiriaco ma non penalmente rilevante.