Salerno – Ci sono curiose coincidenze di date dietro la contorta procedura di approvazione per silenzio-assenso del Crescent, il progetto di edificio alto più di 25 metri ed esteso circa 300 a firma dell’architetto spagnolo Ricardo Bofill. Una ‘mezza luna’ di cemento di fronte al mare di Salerno, una nuova Punta Perotti in salsa campana secondo i detrattori, che dovrebbe caratterizzare e delimitare la costruenda ‘Piazza della Libertà’ di fronte al mare e alla spiaggia di Santa Teresa. Un palazzone da destinare quasi interamente ai privati per appartamenti, negozi, aree di sosta. Per questa vicenda sono indagate tre persone, tra cui il sindaco Pd Vincenzo De Luca e l’ex soprintendente Giuseppe Zampino (Leggi l’articolo). Le coincidenze, per l’appunto. Il 10 dicembre 2008, data in cui il Comune di Salerno inoltra il progetto definitivo alla Soprintentenza di Salerno ed Avellino, è lo stesso giorno in cui Zampino trasmette alla stessa amministrazione comunale di organizzare un convegno e di allestire un archivio dell’architettura contemporanea. Il 2 marzo 2009, De Luca accoglie la richiesta e mette per iscritto che c’è una delibera di giunta con più di 500.000 euro pronti all’uopo. Proprio lo stesso giorno in cui Zampino dà il via libera definitivo al Crescent comunicando che le integrazioni richieste al progetto “sono arrivate”. “E’ normale – commentarono gli esponenti del Comitato No Crescent, il cui esposto ha avviato l’inchiesta della Procura di Salerno – che il soprintendente giudichi il progetto e intanto riceva i finanziamenti dal Comune”?
Forse sì, forse no. Comunque sono diverse le anomalie sulle quali gli inquirenti stanno lavorando. I pm Rocco Alfano e Guglielmo Valenti hanno in mano due informative della Compagnia dei Carabinieri, l’ultima risale al 22 febbraio scorso. Ma gli accertamenti proseguono e puntano anche a chiarire le dichiarazioni dell’organo regionale della Soprintendenza, secondo la quale, scrive il Comitato No Crescent, “solo le difficoltà operative proprie del periodo estivo avevano impedito l’annullamento dell’autorizzazione paesaggistica comunale da parte della Soprintendenza locale”. La pratica, insomma, sarebbe spuntata fuori nel periodo meno adatto per essere esaminata, quando gli uffici erano vuoti per ferie.
Ma è l’intero iter che lascia più di un dubbio e il sospetto che un progetto di simile portata, che vede in ballo investimenti da decine di milioni di euro all’interno di un’area di 27.500 metri nel cuore della città, avrebbe meritato un’analisi più attenta e non un’approvazione per ‘silenzio-assenso’.
Febbraio 2008. La giunta De Luca approva il progetto della piazza e invia gli atti alla Soprintendenza territoriale competente. La quale deve esprimersi entro due mesi. Ma non lo fa. Perché mancano sia una relazione sulla tipologia architettonica scelta che i rendering, ovvero i modelli fotografici realistici.
Aprile 2008. L’amministrazione comunale invia la relazione ma non i rendering. La Soprintendenza a giugno invia tutto a un comitato tecnico scientifico del ministero. E’ in pratica il silenzio-assenso: bisognerebbe decidere entro due mesi, il comitato di solito ne impiega molti di più, e peraltro non produrrà alcun parere sul caso.
Dicembre 2008. Il Comune di Salerno approva il progetto definitivo di Bofill. Nuovo viaggio delle carte in Soprintendenza. E anche stavolta mancano i rendering, sostituiti da qualche foto di un plastico. La Soprintendenza si accontenta e dice sì nel marzo 2009.
Luglio 2009. Il neonato Comitato No Crescent fa ricorso alla giustizia amministrativa. In seguito proporrà ricorso anche Italia Nostra.
Novembre 2009. La Provincia di Salerno, guidata dal Pdl Edmondo Cirielli, si schiera contro il progetto del Comune e affianca il Comitato No Crescent nel ricorso al Tar.
2010. Il Comune di Salerno mette a gara il primo lotto funzionale del Crescent. La gara il 9 giugno è vinta dalla Co.Ge.Fer. spa di Ferrara con un’offerta pari ad € 15.015.000,00. Sconfitta l’ATI NewCo (Kla, Rcm costruzioni Rainone, Ritonnaro costruzioni srl e Favellato) che aveva offerto € 14.700.000,00. Ma il Comune nei mesi successivi non stende la convenzione per l’esecuzione dei lavori, poi assegnati all’Ati in un primo momento sconfitta.
2011. In un putiferio di ricorsi e controricorsi, sono 5 le liti giudiziari pendenti sull’operazione Crescent. Al Tar di Salerno ci sono i due ricorsi di Italia Nostra, quello del No Crescent e quello della Cogefer. Al Tribunale Civile di Salerno inoltre giace la citazione della Sist srl, la società milanese proprietaria dell’ex Jolly Hotel che andrebbe demolito per dare il via ai lavori. La Sist chiede 13 milioni di euro di danni al Comune per la mancata previsione nel bando del diritto di prelazione a favore dei soggetti privati presenti nel sub comparto relativo alla costruzione del Crescent.
Un gomitolo inestricabile. Ed ora l’inchiesta della Procura che, va specificato, al momento riguarda solo fatti commessi fino a tutto il 2008.