L'ex prefetto è passato dalla direzione dell'Agenzia governativa per i beni confiscati ala mafia alla politica attiva tra le fila del Pd. A lui il compito di dare un volto nuovo a 18 anni di deludente amministrazione di centrosinistra
Napoli – Ieri stava nella sede della Fondazione Sud con Antonio Bassolino. Oggi ha tenuto una conferenza stampa con Ignazio Marino. L’ex prefetto Mario Morcone, che il Pd ha catapultato a Napoli dalla direzione dell’Agenzia governativa dei beni confiscati alle mafie per superare il pasticcio delle primarie più balorde d’Italia, coagula il vecchio e il nuovo del partito di Bersani. Nel nome di una mission impossibile: vincere le elezioni amministrative e diventare sindaco, resistendo all’assalto del Pdl di Gianni Lettieri e di Nicola Cosentino. Sarebbe un’impresa, nella Napoli in cui il centrosinistra esce da 18 anni di governo iniziati in pompa magna con il Bassolino del Rinascimento napoletano, e finiti nello sconforto della deludente esperienza di Rosa Russo Iervolino e delle continue emergenze rifiuti. Ma secondo Morcone la sceneggiata della monnezza riapparsa per le strade in piena campagna elettorale potrebbe rivelarsi un boomerang per il centrodestra.
Dagospia continua a chiamarla ‘Morconechi?’
Eh… (sospira)
Ma ora per strada la riconoscono?
Assolutamente sì.
Come c’è riuscito?
Intercettando quasi tutti i settori e gli strati sociali della città, correndo da un punto della città all’altro. Certo, avessi avuto più tempo…
Essere un perfetto sconosciuto o quasi per i napoletani, quanto ha pesato sulla sua campagna elettorale?
Mi ha costretto ad impegnarmi molto nell’incontrare quante più persone e associazioni, ad assumere un ritmo molto intenso di appuntamenti e di contatti. Avevo un gap da recuperare e credo di aver fatto dei passi in avanti significativi.
Quanto significativi?
Questo lo vedremo lunedì 16 maggio durante lo spoglio.
Cosa significa fare campagna elettorale in mezzo a quasi 2500 tonnellate di spazzatura?
E’ una cosa molto brutta. Perché altera la competizione, impedisce di far emergere altri temi nel dibattito, forse quelli più importanti, costringendoci a discutere sempre e solo di rifiuti. Ma questa è un’emergenza costruita ad arte.
In che senso?
La Regione e la Provincia entrambe a guida Pdl non indicano i siti dove sversare e non assegnano a Napoli i flussi necessari per sgomberare le strade. Gli autocompattatori sono pieni ma non sanno dove scaricare. Ora il governo invia i militari. Ma a fare cosa? L’Asìa è capacissima da sola a raccogliere la spazzatura, il problema resta dove portarla. Ma tutto risponde a una logica: far scoppiare la crisi rifiuti in campagna elettorale per fare finta di risolverla nell’imminenza del voto con l’arrivo dell’esercito. Dimenticando tra l’altro che i militari, nelle vecchie emergenze, non raccoglievano più di 80-100 tonnellate al giorno, quando Napoli ne produce quotidianamente circa 1350.
Resta il dato di una raccolta differenziata molto bassa, appena il 20%. Il Comune di Napoli non ha brillato finora.
Viene fatta per lo più solo in due quartieri, Colli Aminei e Bagnoli.
Come migliorarla? E con quali risorse? Servono soldi, molti soldi.
Il tema non è quello delle risorse. Certo, incrementare la differenziata porta a porta costerebbe un 30% in più. Ma io propongo di partire con una macro-raccolta differenziata, chiedendo ai cittadini, attraverso una campagna di comunicazione, di separare in proprio la carta, il cartone, la plastica e il tal quale. Il ‘porta a porta’ dovrebbe essere solo un passo successivo, allargando il numero dei quartieri dove introdurla. Sono sicuro che potremmo migliorare, e di molto, le percentuali di differenziata senza incrementare di un euro la Tarsu.
Tra l’altro già carissima, lievitata del 70% rispetto al 2009.
Appunto.
La sua posizione sull’inceneritore di Napoli Est?
Sono contrario. Punto.
Per ricollocarlo altrove?
No, voglio essere chiaro: sono dell’idea che non bisogna farlo proprio. Portando la differenziata a livelli adeguati non ci sarà la necessità di realizzare un impianto che tra l’altro sarebbe pronto solo tra quattro anni.
E’ vero che le avevano suggerito di non fare iniziative pubbliche con Bassolino?
Questi consigli in giro li ho ricevuti. A Napoli c’è molta emotività nei confronti di Bassolino e della Iervolino. Ma io sono una persona per bene e come tale non voglio farmi prendere dall’ansia emotiva di una parte della città. Ragiono e discuto con tutti, senza dare giudizi del bene e del male come ogni tanto qualcuno mi chiede.
Bassolino ha avuto parole di stima nei suoi confronti. Poi però ha aggiunto: “Il Pd deve essere più unito attorno al candidato sindaco Mario Marcone”
Il Pd mi sostiene. Detto questo, il Pd si porta appresso diverse sensibilità che spesso rischiano di diventare qualcosa che va oltre le singole sensibilità…
Sono le scorie non ancora smaltite delle primarie annullate?
Questione ormai superata e metabolizzata.
Forse si supererebbe del tutto se lei riuscisse a fare un’iniziativa insieme a tutti i candidati delle primarie.
Quando è venuto Bersani, c’erano tutti. Eppoi, ricordo che io non c’entro nulla con le primarie, sono stato candidato dopo, anche se tutti vogliono trascinarmi in questa vicenda. Comunque, io ho trovato il sostegno del Pd. Ci sono anche alcuni loro problemi interni, con una coda di strascichi. Ma questo non tocca l’appoggio del partito alla mia candidatura.
Il centrodestra nei mesi scorsi era quasi riuscito a sfiduciare la Iervolino denunciando conti pubblici vicini al dissesto e società partecipate spolpate. Se diventa sindaco, come uscirà da questa situazione?
Ho fatto una ricognizione. Il bilancio è sicuramente in affanno. Ma è una difficoltà di cassa dovuta a crediti che l’amministrazione non riesce a riscuotere. Nel programma prevedo una manovra che attraverso cessioni di quote delle partecipate e attraverso dismissioni e razionalizzazioni societarie, ci consentirà di recuperare una parte consistente di risorse che sono state finora bruciate da politiche legate alla ricerca del consenso e all’uso che finora è stato fatto delle società miste come ammortizzatori sociali.
Un modo elegante per dire che il nuovo sindaco avrà a che fare con dei carrozzoni.
Bravo.
Carrozzoni da sfoltire. Un’impresa titanica.
Qualcuno mi spiega cosa c’è di strategico nella gestione delle Terme di Agnano da parte del Comune di Napoli? Secondo me è anche vietato dalla legge. Le metterò sul mercato. Insieme alle quote di società che non sono strategiche o riducendo alcune partecipazioni. Ad esempio potremmo vendere un 30% delle quote della Mostra d’Oltremare, mantenendo comunque la maggioranza.
Taglierà teste? Licenzierà?
Penso all’uso della messa in mobilità. E comunque andrei cauto. Ci sono dei settori, come quello dei trasporti pubblici, dove comunque ci sono costi sociali da sostenere, senza pensare solo ai profitti. Il mio avversario Lettieri dice che bisogna liberarsi di tutto ciò che è improduttivo? E’ una stupidaggine.
I sostenitori di Lettieri affermano che la sua esperienza di imprenditore tornerà utile nella gestione della pubblica amministrazione.
Per carità! Auguriamoci che Napoli non debba mai giovarsi delle capacità imprenditoriali di Lettieri, già ammirate nelle sue imprese tessili in provincia di Avellino…