“Mi unisco alle nobili parole del Capo dello Stato”. La dichiarazione di Silvio Berlusconi arriva soltanto alle 18. Al termine di una giornata cominciata con Giorgio Napolitano che da Roma difendeva la magistratura e da Milano il premier, imputato al processo Mills, ribadiva i suoi attacchi contro i pm “eversivi, cancro della democrazia”. Ma il Cavaliere nel corso della giornata si è accorto di essere rimasto solo, così è stato costretto a fare marcia indietro. Ed è apparso l’unico, anche nella maggioranza, a non aver compreso che le “nobili parole del Capo dello Stato” erano riferite proprio a lui. Quel “rispetto dei pm” invocato da Napolitano, l’invito a finirla con “le polemiche politiche” sulla magistratura, per tutti, avevano un preciso destinatario: Silvio Berlusconi.
Il Cavaliere è apparso chiaramente solo. Tra le dichiarazioni di stima, apprezzamento, condivisione all’intervento di Napolitano, stridevano le parole del premier. Di segno totalmente opposto. Unico a insistere nell’attaccare la magistratura. Un solo ripensamento: sui manifesti “fuori le Br dalle procure”. Berlusconi li ha definiti “indebiti”, per poi ripartire: “La magistratura eversiva usa il diritto contro di me”. Persino il fidatissimo guardasigilli Angelino Alfano non ha potuto far altro che allinearsi con il Colle, definendo il discorso di Napolitano “condivisibile e illuminante”. Mentre il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha colto l’occasione per ribadire la vicinanza del Carroccio al Quirinale, già mostrata con evidenza ieri da Umberto Bossi. Un asse, quello instaurato tra Lega e Colle, che preoccupa molto Berlusconi. Il premier sa che il Senatur aspetta soltanto i risultati delle elezioni amministrative. Se il Pdl la spunta a Milano il Cavaliere potrà tirare un sospiro di sollievo. Altrimenti è concreto, con il passaggio in aula della fiducia al governo chiesta da Napolitano nei giorni scorsi e immediatamente accolta con favore dal Carroccio, il rischio della rottura dell’alleanza. Così è maturata la convinzione, nelle ore, che fosse necessario allinearsi con il Capo dello Stato, su suggerimento anche (e soprattutto) del sottosegretario Gianni Letta.
Nelle ore di silenzio da Palazzo Grazioli, qualcuno ha tentato di rileggere le parole del premier, difendendolo. Come il governatore lombardo Roberto Formigoni, che si è spinto a sostenere che il Cavaliere ha espresso “un grande rispetto per i magistrati”. Mentre Renato Brunetta ha invece spiegato che il monito di Napolitano non era rivolto a Berlusconi ma era “generale, per l’insieme del Paese”, volto “a rispettare la Costituzione in tutte le sue parti”. E la volontà espressa da Berlusconi di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sull’operato di alcuni pubblici ministeri è “più che legittima”, secondo Antonio Leone, vicepresidente della Camera. Non farlo “significa riconoscere alla magistratura un’immunità e un’impunità che la categoria si è già ampiamente attribuita”. Si tratta di una sacrosanta richiesta di Berlusconi”. Gianfranco Fini ha bollato la proposta come una “anomalia dell’assurdità” e ha sin da subito condiviso le parole del Capo dello Stato. Pochi non l’hanno fatto, durante la giornata. Alla fine anche il premier ha dovuto allinearsi. Ma è difficile che il “rispetto della magistratura” chiesto da Napolitano sarà rispettato a lungo dal Cavaliere. Del resto ne ha fatto il tema principale della campagna elettorale per le amministrative e già stasera tornerà a parlare. Interverrà telefonicamente a una manifestazione a Gallarate per sostenere il candidato sindaco del Pdl, poi chiamerà Telelombardia infine terrà un comizio al palazzetto dello Sport di Arcore. Difficile immaginare che non arrivino altri attacchi ai pm.
Le parole di Napolitano. Il Capo dello Stato, stamani, ha sottolineato come sia indispensabile “parlare responsabilmente della magistratura e alla magistratura nella consapevolezza dell’onore che ad essa deve essere reso come premessa di ogni produttivo appello alla collaborazione necessaria per le riforme necessarie”. Più volte interrotto dagli applausi dei presenti, nel discorso tenuto in occasione della giornata della Memoria per le vittime del terrorismo e delle stragi, il Capo dello Stato si è commosso nel parlare di queste vittime della follia terrorista, ricordando come i profili tracciati nel volume ‘Nel loro segno’ dedicato dal Csm ai magistrati vittime del terrorismo e delle mafie, restino “più forti di qualsiasi dissennato manifesto venga affissa sui muri della Milano di Emilio Alessandrini e Guido Galli, e di qualsiasi polemica politica indiscriminata”. Napoltano, anche in questo caso interrotto da un convinto applauso, ha voluto rivolgere “un riverente pensiero” ad Aldo Moro, ucciso 33 anni fa dalle Brigate Rosse, “sul cui dramma umano e sui cui tormentati pensieri viene ora gettata nuova luce grazie ad ulteriori ricerche e approfondimenti”.
Così, il Capo dello Stato, condanna le “polemiche politiche indiscriminate” contro la magistratura, puntando l’indice contro i “dissennati manifesti” affissi a Milano su pm e Br. Battere il terrorismo fu una “pietra miliare” nella storia dell’Italia unita, “di qui la nostra inestimabile gratitudine a quanti hanno pagato con la loro vita, ed il riconoscimento che meritano tutti quanti hanno condotto quella battaglia”. Ricordando le vittime del terrorismo, Napolitano ha giudicato “incomprensibile” la mancata estradizione del terrorista Cesare Battisti, puntando il dito contro le “residue mistificazioni” nei confronti della giustizia italiana che “pesano, ad esempio, sui rapporti tra Brasile e Italia nella vicenda dell’estradizione, rimasta incomprensibilmente sospesa, del terrorista Battisti”.
“La prova del lungo attacco terroristico con cui noi abbiamo dovuto fare i conti, specie negli anni della sua massima intensificazione, è stata – ha proseguito Napolitano – quanto mai pesante e insidiosa per la coesione sociale e nazionale e per le istituzioni democratiche nate sull’onda del movimento di Liberazione e ancorate ai principi della Costituzione repubblicana”. Così il superamento di questa difficile prova resta “una pietra miliare nella storia dell’Italia unita”. Di qui, “la nostra inestimabile gratitudine a quanti hanno pagato con la loro vita, e il riconoscimento che meritano tutti quanti hanno condotto quella battaglia sapendo di doverla e poterla vincere. Si è vinto grazie alla fibra morale, al senso del dovere, all’impegno nel lavoro e nella vita civile che hanno caratterizzato servitori dello Stato e cittadini di ogni professione e condizione. Non c’è distinzione che possa suonare irrispettosa – ha sottolineato il capo dello Stato – nel nostro omaggio alla memoria degli uccisi e dei feriti dai terroristi: siamo egualmente vicini a tutti e alle famiglie di tutti, qualunque nel fosse la posizione sociale o ne fossero le idee, e qualunque fosse la matrice ideologica, di estrema sinistra, prevalentemente, o di estrema destra, come nel caso di Vittorio Occorsio, degli atti terroristici di cui rimasero vittime”.
Politica
Berlusconi rimane solo e fa marcia indietro
“Sulla giustizia dal Colle parole nobili”
Le parole del Capo dello Stato trovano condivisione unanime. Escluso il presidente del Consiglio che, prima di entrare in aula per il processo Mills, ribadisce: "Ci sono tentativi reiterati di eversione da parte dei pm". Poi ci ripensa e condivide le "nobili parole" di Napolitano
“Mi unisco alle nobili parole del Capo dello Stato”. La dichiarazione di Silvio Berlusconi arriva soltanto alle 18. Al termine di una giornata cominciata con Giorgio Napolitano che da Roma difendeva la magistratura e da Milano il premier, imputato al processo Mills, ribadiva i suoi attacchi contro i pm “eversivi, cancro della democrazia”. Ma il Cavaliere nel corso della giornata si è accorto di essere rimasto solo, così è stato costretto a fare marcia indietro. Ed è apparso l’unico, anche nella maggioranza, a non aver compreso che le “nobili parole del Capo dello Stato” erano riferite proprio a lui. Quel “rispetto dei pm” invocato da Napolitano, l’invito a finirla con “le polemiche politiche” sulla magistratura, per tutti, avevano un preciso destinatario: Silvio Berlusconi.
Il Cavaliere è apparso chiaramente solo. Tra le dichiarazioni di stima, apprezzamento, condivisione all’intervento di Napolitano, stridevano le parole del premier. Di segno totalmente opposto. Unico a insistere nell’attaccare la magistratura. Un solo ripensamento: sui manifesti “fuori le Br dalle procure”. Berlusconi li ha definiti “indebiti”, per poi ripartire: “La magistratura eversiva usa il diritto contro di me”. Persino il fidatissimo guardasigilli Angelino Alfano non ha potuto far altro che allinearsi con il Colle, definendo il discorso di Napolitano “condivisibile e illuminante”. Mentre il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha colto l’occasione per ribadire la vicinanza del Carroccio al Quirinale, già mostrata con evidenza ieri da Umberto Bossi. Un asse, quello instaurato tra Lega e Colle, che preoccupa molto Berlusconi. Il premier sa che il Senatur aspetta soltanto i risultati delle elezioni amministrative. Se il Pdl la spunta a Milano il Cavaliere potrà tirare un sospiro di sollievo. Altrimenti è concreto, con il passaggio in aula della fiducia al governo chiesta da Napolitano nei giorni scorsi e immediatamente accolta con favore dal Carroccio, il rischio della rottura dell’alleanza. Così è maturata la convinzione, nelle ore, che fosse necessario allinearsi con il Capo dello Stato, su suggerimento anche (e soprattutto) del sottosegretario Gianni Letta.
Nelle ore di silenzio da Palazzo Grazioli, qualcuno ha tentato di rileggere le parole del premier, difendendolo. Come il governatore lombardo Roberto Formigoni, che si è spinto a sostenere che il Cavaliere ha espresso “un grande rispetto per i magistrati”. Mentre Renato Brunetta ha invece spiegato che il monito di Napolitano non era rivolto a Berlusconi ma era “generale, per l’insieme del Paese”, volto “a rispettare la Costituzione in tutte le sue parti”. E la volontà espressa da Berlusconi di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sull’operato di alcuni pubblici ministeri è “più che legittima”, secondo Antonio Leone, vicepresidente della Camera. Non farlo “significa riconoscere alla magistratura un’immunità e un’impunità che la categoria si è già ampiamente attribuita”. Si tratta di una sacrosanta richiesta di Berlusconi”. Gianfranco Fini ha bollato la proposta come una “anomalia dell’assurdità” e ha sin da subito condiviso le parole del Capo dello Stato. Pochi non l’hanno fatto, durante la giornata. Alla fine anche il premier ha dovuto allinearsi. Ma è difficile che il “rispetto della magistratura” chiesto da Napolitano sarà rispettato a lungo dal Cavaliere. Del resto ne ha fatto il tema principale della campagna elettorale per le amministrative e già stasera tornerà a parlare. Interverrà telefonicamente a una manifestazione a Gallarate per sostenere il candidato sindaco del Pdl, poi chiamerà Telelombardia infine terrà un comizio al palazzetto dello Sport di Arcore. Difficile immaginare che non arrivino altri attacchi ai pm.
Le parole di Napolitano. Il Capo dello Stato, stamani, ha sottolineato come sia indispensabile “parlare responsabilmente della magistratura e alla magistratura nella consapevolezza dell’onore che ad essa deve essere reso come premessa di ogni produttivo appello alla collaborazione necessaria per le riforme necessarie”. Più volte interrotto dagli applausi dei presenti, nel discorso tenuto in occasione della giornata della Memoria per le vittime del terrorismo e delle stragi, il Capo dello Stato si è commosso nel parlare di queste vittime della follia terrorista, ricordando come i profili tracciati nel volume ‘Nel loro segno’ dedicato dal Csm ai magistrati vittime del terrorismo e delle mafie, restino “più forti di qualsiasi dissennato manifesto venga affissa sui muri della Milano di Emilio Alessandrini e Guido Galli, e di qualsiasi polemica politica indiscriminata”. Napoltano, anche in questo caso interrotto da un convinto applauso, ha voluto rivolgere “un riverente pensiero” ad Aldo Moro, ucciso 33 anni fa dalle Brigate Rosse, “sul cui dramma umano e sui cui tormentati pensieri viene ora gettata nuova luce grazie ad ulteriori ricerche e approfondimenti”.
Così, il Capo dello Stato, condanna le “polemiche politiche indiscriminate” contro la magistratura, puntando l’indice contro i “dissennati manifesti” affissi a Milano su pm e Br. Battere il terrorismo fu una “pietra miliare” nella storia dell’Italia unita, “di qui la nostra inestimabile gratitudine a quanti hanno pagato con la loro vita, ed il riconoscimento che meritano tutti quanti hanno condotto quella battaglia”. Ricordando le vittime del terrorismo, Napolitano ha giudicato “incomprensibile” la mancata estradizione del terrorista Cesare Battisti, puntando il dito contro le “residue mistificazioni” nei confronti della giustizia italiana che “pesano, ad esempio, sui rapporti tra Brasile e Italia nella vicenda dell’estradizione, rimasta incomprensibilmente sospesa, del terrorista Battisti”.
“La prova del lungo attacco terroristico con cui noi abbiamo dovuto fare i conti, specie negli anni della sua massima intensificazione, è stata – ha proseguito Napolitano – quanto mai pesante e insidiosa per la coesione sociale e nazionale e per le istituzioni democratiche nate sull’onda del movimento di Liberazione e ancorate ai principi della Costituzione repubblicana”. Così il superamento di questa difficile prova resta “una pietra miliare nella storia dell’Italia unita”. Di qui, “la nostra inestimabile gratitudine a quanti hanno pagato con la loro vita, e il riconoscimento che meritano tutti quanti hanno condotto quella battaglia sapendo di doverla e poterla vincere. Si è vinto grazie alla fibra morale, al senso del dovere, all’impegno nel lavoro e nella vita civile che hanno caratterizzato servitori dello Stato e cittadini di ogni professione e condizione. Non c’è distinzione che possa suonare irrispettosa – ha sottolineato il capo dello Stato – nel nostro omaggio alla memoria degli uccisi e dei feriti dai terroristi: siamo egualmente vicini a tutti e alle famiglie di tutti, qualunque nel fosse la posizione sociale o ne fossero le idee, e qualunque fosse la matrice ideologica, di estrema sinistra, prevalentemente, o di estrema destra, come nel caso di Vittorio Occorsio, degli atti terroristici di cui rimasero vittime”.
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Marina Berlusconi premier. Finirà così?
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Succivo, alle amministrative
Italia dei Valori e Noi Sud sono alleati
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Politica
Discorso di fine anno del presidente della Repubblica Mattarella: ‘Sconfortante sproporzione tra la spesa militare e quella per la lotta al cambiamento climatico’
Media & Regime
Buon anno con ilfattoquotidiano.it! Anche nel 2025 sappiamo cosa fare: pubblicare notizie. A decidere se facciamo bene (o male) siete voi
Sport
“A Natale picchiato e umiliato dalla polizia italiana”: la denuncia del calciatore belga Stephane Omeonga
Roma, 31 dic. (Adnkronos) - “Vere, emozionanti e pienamente condivisibili le parole del presidente Mattarella, sui valori di una società coesa e inclusiva. Dialogo, solidarietà, mediazione, capacità di ricomporre le tante diversità e le tante voci indirizzandole al bene comune. Riorientare la convivenza. Impegnarsi per una pace che grida la sua urgenza, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla democrazia. Contrastare le spinte alla divisione e alla radicalizzazione delle contrapposizioni. Il messaggio del Capo dello Stato è un monito per tutti noi, per le istituzioni, per la politica, per i cittadini. Perché questo momento di auguri non sia solo un rito, ma un richiamo forte a riscoprire il senso della nostra umanità, che si esprime nel vivere insieme, nel fare comunità, preservare e valorizzare il capitale sociale". Lo afferma il presidente del Cnel, Renato Brunetta.
"In un’epoca in cui le nostre società sono segnate da profonde fratture, Il Presidente -aggiunge- ci sollecita a trovare forme e modi di una rinnovata partecipazione, per superare i conflitti, gli egoismi, la rassegnazione, le solitudini. È un appello a cui di certo il Cnel, la casa dei corpi intermedi, non mancherà di rispondere. Così come vogliamo far nostro l’invito a investire sulle nuove generazioni, affrontando alla radice i motivi che spingono tanti giovani a trasferirsi all’estero e a non tornare".
"Molti dei temi su cui si è soffermato il Presidente -conclude Brunetta- sono al centro dell’agenda del Cnel: la sicurezza sul lavoro, i salari che non bastano, i femminicidi e la parità tra uomini e donne, la disuguale disponibilità di servizi sui territori, l’inclusione sociale. E poi le carceri, la cui funzione va ricondotta al dettato costituzionale. È vero: la speranza siamo noi, il nostro impegno, la libertà, il rispetto. Un discorso importante e prezioso, quello del Presidente Mattarella, che dà fiducia nel futuro e di cui ancora una volta gli siamo grati e riconoscenti. Grazie presidente”.
Lampedusa, 31 dic. (Adnkronos) - Un'imbarcazione partita dalla Libia con a bordo un gruppo di migranti si è capovolta al largo di Lampedusa. Sette i superstiti sbarcati sull'isola, tra cui un bambino: si tratta di due siriani, due sudanesi e due egiziani, soccorsi in mare dalla Guardia di finanza. Circa 20 i dispersi, tra cui 5 donne e 3 bambini.
Roma, 31 dic. (Adnkronos) - Telefonata "cordiale" tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier in occasione del discorso di fine anno nel corso del quale Giorgia Meloni. A comunicarlo Palazzo Chigi che sottolinea come Meloni abbia apprezzato il richiamo del capo dello Stato al valore fondante del patriottismo, come motore dell'azione quotidiana e sentimento vivo che muove l'impegno di quanti sono al servizio della cosa pubblica e della comunità nazionale.
Piena condivisione sulla necessità di affrontare il crescente disagio che attraversa le giovani generazioni, proponendo risposte concrete ed efficaci. Altrettanto condivisibile il richiamo ai positivi segnali macroeconomici, in particolare sull'export e sull'occupazione, con il contestuale impegno ad intensificare l'azione per ridurre le aree di precarietà e lavoro povero.
Meloni ha, inoltre, espresso gratitudine al presidente per aver ricordato il forte impegno dell'Italia nel contesto globale, anche come Presidenza G7, negli scenari di crisi, sulla strada della pace in Ucraina e in Medio Oriente e per la difesa del diritto internazionale. Infine, il Presidente Meloni ha rivolto al Presidente e ai suoi cari i migliori auguri per il 2025 e per la prosecuzione del suo mandato.
“Grazie al Presidente Mattarella che, oltre a sottolineare risultati incoraggianti per l’Italia come occupazione, export e turismo, auspica la fine dei troppi conflitti nel mondo. È una speranza che condividiamo calorosamente, e in questo senso riponiamo grande fiducia nella nuova amministrazione americana targata Donald Trump", ha dichiarato il vicepremier Matteo Salvini, leader della Lega.
"Come il presidente della Repubblica, inoltre, sottolineiamo l’importanza e il valore delle Forze dell’Ordine, e ci permettiamo un particolare riferimento alla Polizia Penitenziaria perché troppo spesso si discute della condizione dei detenuti e troppo raramente di quella di donne e uomini in divisa che prestano servizio nelle carceri. Infine, grazie al Presidente Mattarella per l’attenzione ai giovani. Ricordiamo a noi stessi che la prima causa di morte per i ragazzi sono gli incidenti stradali, e da poche settimane è in vigore un nuovo codice che sta subendo una campagna di disinformazione con pochi precedenti. È perfino sotto accusa per aver inasprito le sanzioni e abbassato i limiti per il consumo di alcol: tutto falso, sono rimasti inalterati perché già efficaci. Al contrario, siamo intervenuti con vigore contro l’utilizzo improprio degli smartphone alla guida e il consumo di droghe. Confidiamo che il 2025 possa essere un anno di pace, sicurezza e buonsenso”, ha concluso.
"Pace, giovani, speranza, rispetto. Le parole del Presidente Mattarella confermano l'impegno dell'Italia per costruire in Medio Oriente ed in Ucraina una nuova stagione che garantisca una #pace giusta. E assicurano azioni concrete per dare ai giovani la #speranza di costruirsi un futuro senza lasciare il Paese. Questa è anche la volontà del governo. #Rispetto anche per ribadire che la pena per i detenuti è perdita della libertà e non della dignità", ha scritto su X il vicepremier e leader di Fi, Antonio Tajani.
"Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ci ha ricordato quanto sia urgente costruire un Paese più giusto, solidale e attento ai bisogni di tutte e tutti. Le sue parole sulla pace, sulle diseguaglianze, sull’emergenza climatica, sulla precarietà, sono un richiamo potente alla responsabilità collettiva", ha affermato dal canto suo la segretaria del Pd, Elly Schlein. "La giustizia sociale - ha aggiunto - non è solo un ideale, ma una necessità per garantire dignità e diritti. Ringraziamo il Presidente per il suo esempio di saggezza e umanità. Ora tocca a noi tutte e tutti raccogliere questo accorato appello a tradurre la speranza in realtà".
"Condivido il richiamo del presidente Mattarella a un impegno per la pace in linea con la Costituzione, le riflessioni sulla barbarie della guerra e quelle sulla 'sconfortante' sproporzione fra l'enorme spesa in armi e gli investimenti contro il cambiamento climatico, a tutela dell'ambiente. Non posso non soffermarmi sullo stimolo del Capo dello Stato per una riscoperta dell'impegno e della partecipazione dei cittadini alle scelte che ci riguardano tutti", ha affermato Giuseppe Conte.
"Nella disaffezione delle persone verso la partecipazione politica e il voto - ha sottolineato il leader del M5S - piantano le radici poteri economici e finanziari in mano a pochi o addirittura a singoli, interessi politici di circoletti e clientele che scelgono per tutti e tutelano i privilegi di pochi anziché i diritti di tutti. La politica perde così la sua missione, la ricerca del bene comune e lo vediamo in tutto: si aumentano gli stipendi di chi governa anziché le buste paga da fame dei giovani che scappano all'estero, si cancellano i reati di chi abusa del suo potere per favorire qualcuno in un concorso o in una gara pubblica anziché investire risorse ed energie per tutelare fino in fondo i diritti delle persone, dalle corsie di ospedale fino alle aule scolastiche e alla sicurezza nelle nostre città".
"Anche per questo nel 2024 il Movimento ha scelto di rifondarsi completamente chiamando a scegliere e a contare ogni suo iscritto anziché i vertici chiusi in qualche stanza. Continueremo su questa strada con tutta la nostra forza in questo 2025. Stimolare la partecipazione e il vero patriottismo, quello di chi si impegna personalmente per migliorare l'Italia ogni giorno, deve essere la nostra ossessione. È l'unica strada per cambiare le tante cose che non vanno e che anche il Capo dello Stato ha puntualmente evidenziato: liste d'attesa interminabili per visite ed esami, morti e incidenti sul lavoro, femminicidi, le difficoltà dei nostri ragazzi che non si vedono garantiti meritocrazia e diritti. Auguri agli italiani per un 2025 di coraggio e impegno per migliorare i quartieri, le città, i territori in cui viviamo. Comunque la pensiate, qualunque idea politica abbiate, non lasciamo che a decidere per tutti siano in pochi. Solo sporcandoci le mani, scendendo tutti in campo, cambieremo davvero le cose".
"Le parole del Presidente Mattarella costituiscono da dieci anni un riferimento di saggezza e di speranza. Grazie Presidente", ha dichiarato il leader di Iv Matteo Renzi.
"Il presidente Mattarella ci ricorda la pericolosità delle lacerazioni che percorrono la nostra comunità nazionale in un momento di crisi e guerre. Ricordarcelo tutto l’anno è un dovere patriottico. Grazie Presidente", ha dichiarato Carlo Calenda, leader di Azione.
Roma, 31 dic. (Adnkronos) - "Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ci ha ricordato quanto sia urgente costruire un Paese più giusto, solidale e attento ai bisogni di tutte e tutti. Le sue parole sulla pace, sulle diseguaglianze, sull’emergenza climatica, sulla precarietà, sono un richiamo potente alla responsabilità collettiva". Lo afferma la segretari del Pd, Elly Schlein.
"La giustizia sociale -aggiunge- non è solo un ideale, ma una necessità per garantire dignità e diritti. Ringraziamo il Presidente per il suo esempio di saggezza e umanità. Ora tocca a noi tutte e tutti raccogliere questo accorato appello a tradurre la speranza in realtà".
(Adnkronos) - Al via il concerto di Capodanno di Tony Effe. “Ci siamo, Roma, fatevi sentire”: con queste parole Sick Luke ha inaugurato il suo dj set.
I cancelli del palaeur, come previsto, si sono aperti alle 20. "Noi siamo dalla parte di Tony Effe, perché censurandolo si impedisce all’artista di esprimersi” dicono Michele, Lorenzo, Edoardo e Matteo che hanno tutti tra i 18 e i 19 anni e vengono da Viterbo. “Al sindaco Gualtieri diremmo di ricordarsi che è il pubblico che sceglie, e noi scegliamo di essere qui al Capodanno di Tony”, aggiungono. Sul prezzo del biglietto, i ragazzi sono soddisfatti: “Certo fossero stati 40 o 50 euro saremmo rimasti a casa con gli amici, ma per 10 euro si può fare”.
“Siamo qui per fare una cosa diversa, rispetto al veglione classico con amici o familiari”, dice la signora Giulia, 65 anni, in compagnia della figlia trentenne Azzurra. “Sui testi sessisti, sto con Gualtieri - prosegue - ma non sarà questa polemica a cambiare la testa delle nuove generazioni. Fare un dramma per una questione del genere mi sembra esagerato, soprattutto in questo contesto mondiale”. Sulla location, Angelica e la madre sono contente: “Al circo Massimo saremmo dovute stare in piedi e al freddo. Qui siamo sedute e al caldo, molto meglio”, concludono.
“Della polemica sui testi di Tony Effe non ce ne importa nulla. Noi ascoltiamo la sua musica. E anche le ragazze nostre coetanee se lo sentono e lo cantano, non interessano ste cose”, dicono Ermes, Giuseppe e Francesco, tutti 17enni di Roma. “L’alternativa a venire qui stasera era la discoteca oppure organizzare una festa da qualche parte, ma qui è più figo”, aggiungono.
“Per noi è un evento che passeremo con i nostri figli”. Valerio e Paola, siciliani di origine ma che vivono a Roma da tempo, hanno accompagnato i figli Davide e Giulia al concerto. “Sono convinta che i miei figli siano abbastanza maturi e sappiano distinguere la vita dalle canzoni” dice Paola, mente il marito ammette, “non conosco una canzone di questo qui, anche se i ragazzi hanno provato a spiegarmi i testi”. “Di certo sarà interessante e divertente vedere le loro facce all’uscita”, dice scherzando Davide.
Sulla mancata presenza al circo Massimo, secondo Valerio “è giusta la richiesta di censura da parte di Gualtieri, visto che si trattava di soldi pubblici, ma di certo ci si poteva pensare prima di fare questa figuraccia”, conclude.
Con una storia Instagram, l'artista ha ringraziato il suo pubblico per il sostegno ricevuto durante il 2024 ("Grazie di cuore è tutto così assurdo",) per poi concludere: "Preparatevi che stasera festeggiamo a modo mio, anzi a modo nostro", ha concluso il rapper italiano. scrive il rapper italiano a corredo delle certificazioni FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), dove il suo album 'Icon' risulta 4 volte disco di platino.
Roma, 31 dic. (Adnkronos) - “Valorizzare il bene comune contro la crisi della rappresentanza e la tentazione dell’uomo o della donna forte: nel cuore del discorso del Presidente Mattarella è indicata la via per evitare i rischi di una involuzione democratica, tristemente al centro del nostro presente; inoltre è nella pace ‘vera’ e duratura tra i popoli che può dispiegarsi il nostro futuro oltre che nel contrasto dei cambiamenti climatici. Grazie Presidente”. Così Luana Zanella, capogruppo di AVS alla Camera.
Roma, 31 dic. (Adnkronos) - “Voglio ringraziare, anche a nome delle senatrici e dei senatori del Pd, il Presidente Mattarella. Innanzi tutto per il suo appello alla pace in un mondo martoriato da tante, troppe, guerre. Per il richiamo al rispetto della dignità delle persone, delle donne, dei giovani. E lo ringrazio perché nel suo augurio agli italiani per il nuovo anno il Capo dello Stato ha saputo indicare il filo che deve cucire l’unità della nostra comunità: la cura della democrazia e la tutela del bene comune. È questa l’unica chiave che può tutelare lo stare insieme di un Paese, garantendone la coesione umana, politica e sociale". Lo afferma il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia.
"Per questo -aggiunge- è fondamentale che le forze politiche e le istituzioni alimentino la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Una politica di pochi favorisce l’astensionismo e l’aumento delle diseguaglianze. Diseguaglianze sociali, economiche e territoriali che attraversano la nostra società, che Mattarella ci ha ricordato devono essere combattute e ridotte, in un mondo che vede pochi avere molto e tanti, troppi, avere poco”.