“L’Italia ha superato la profonda depressione causata dalla crisi globale e appare avviata verso una graduale ripresa”. E’ quanto si legge nell’ultimo rapporto Ocse sull’Italia in cui si aggiunge che “la forza di questa ripresa, tuttavia, appare incerta”. Sarebbe saggio, sottolinea l’indagine, “puntare maggiormente su un rafforzamento della crescita alla luce della lentezza della sua dinamica nel decennio precedente la crisi. Le priorità quindi restano le riforme strutturali necessarie per uno sviluppo più sostenuto, mantenendo però, allo stesso tempo, una stabile struttura fiscale orientata al consolidamento come fatto, in modo appropriato, durante la crisi”.

Secondo l’Ocse, l’Italia deve puntare a politiche fiscali che abbiano come obiettivo “il consolidamento nel breve termine e la sostenibilità nel lungo periodo”. Il Pil italiano ritornerà ai livelli pre-crisi “non prima del 2013-2014”. Le politiche strutturali dovranno quindi restare in agenda. Le liberalizzazioni, iniziate nei servizi, devono essere completate ed estese ad altre aree, ad esempio ai trasporti e ai servizi locali. La riforma della Pubblica amministrazione sta dando buoni risultati soprattutto in termini di maggiore trasparenza, ma la questione principale, sottolinea il rapporto, “è rendere la P.a. più efficiente”. In Italia il tasso di disoccupazione sarà stabile all’8,4 per cento quest’anno per poi scendere all’8,1 per cento nel 2012. Inoltre, secondo l’organizzazione di Parigi un ruolo decisivo l’ha avuta la cassa integrazione che ha “supportato la retribuzione dei lavoratori, contenendo l’aumento del tasso di disoccupazione”. In ogni caso, secondo l’Ocse la produttività del lavoro in Italia è stata molto bassa per un decennio – al contrario di tutti gli altri Paesi del G7 – ed è una delle maggiori criticità del paese.

Intanto le tre più importanti agenzie Standard and Poor’s, Moody’s e Fitch tagliano il rating sovrano sul debito a lungo termine della Grecia. S&P passa da ‘BB’ a ‘B’ e lascia il rating in Creditwatch negativo. Moody’s invece ha collocato il rating greco sotto osservazione per un possibile declassamento. Attualmente il debito di Atene ha voto B1. Secondo l’agenzia di rating, il ritorno della Grecia sui mercati finanziari nel 2012 è “sempre più improbabile” e per questo non esclude una retrocessione di oltre un gradino. “Dal nostro punto di vista – spiegano da Standard and Poor’s – c’è un rischio crescente che la Grecia si muova verso una ristrutturazione del debito commerciale, inclusi i titoli rilasciati da governo”. Il rating di S&P era già sceso a livello spazzatura è ulteriormente ribassato per il timore di una ristrutturazione del debito. Per quanto riguarda Fitch, l’agenzia intende tagliare ulteriormente il rating della Grecia, con una bocciatura simile a quella decretata oggi dall’agenzia concorrente Standard & Poor’s. a scriverlo è Bloomberg che citando il Sueddeutsche Zeitung, riporta la notizia secondo cui secondo cui Fitch intenderebbe portare il merito di credito greco a B o B- dall’attuale BB+. Fitch, interpellata sull’argomento, non ha voluto commentare.

Le Borse europee hanno risposto alla notizia con un ribasso. Londra perde lo 0,78 per cento, Milano l’1,48 per cento, Francoforte l’1,2 per cento e Parigi l’1,3 per cento. Atene cede oltre il 3 per cento.

La decisione dell’agenzia di rating manda su tutte le furie il governo di Atene. “Dopo l’ultima azione da parte dell’agenzia poco più di un mese fa, quest’ultima non è giustificata”, si legge in una nota diffusa dal ministero delle Finanze. Secondo il dicastero le decisioni “dovrebbero essere basate su dati oggettivi, su annunci dei politici e su valutazioni realistiche delle condizioni dell’economia e non su ‘rumor’ di mercato e articoli di stampa. Quando tali decisioni si basano semplicemente su ‘rumor’, la loro validità è fortemente messa in dubbio”.

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