“Se sarà il caso per protestare contro l’occupazione militare dei tg da parte di Berlusconi, saliremo anche sui tetti della autorità di garanzia delle comunicazioni…”, così parlò Bersani, dopo una  iniziativa a Pavia, città per altro che ospita quel famoso osservatorio che registra le presenze dei politici e dei partiti in tv. Quei dati, persino i dati raccolti dalla medesima autorità segnalano come, da mesi e non da oggi, la par condicio sia stata abolita, come un uomo solo abbia ormai  preso il controllo del telecomando.

Nulla è accaduto quando Berlusconi, imitato poi dal fido Masi, ha cominciato a molestare in diretta le trasmissioni tv, pubbliche e private. Non contento ha poi preso ad inviare e a imporre la trasmissione a reti semiunificate delle sue videocassette, stile Bin Laden dalla grotta. Gli arbitri hanno assistito impotenti alla degenerazione progressiva, i loro proclami non sono mai stati accompagnati nè da sanzioni, nè dalla predisposizione dei necessari tempi compensativi.

Per la verità non hanno cancellato solo le forze politiche di opposizione, ma chiunque abbia osato contrastarlo o contestarlo da Fini a Boffo, dai magistrati alla Corte costituzionale, dagli studenti alle popolazioni abruzzesi, sino ad arrivare all’oscuramento dello sciopero generale proclamato dalla Cgil e ai quesiti referendari.

Si tratta di una grande questione democratica, anche perchè senza una reale libertà di informazione risulta alterato anche il libero esercizio del voto e questo non da oggi. Per questo, lo diciamo senza ironia alcuna, ci fa piacere che Bersani abbia lanciato un grido d’allarme, che da tempo, e con scarsa fortuna, per la verità era già  stato lanciato da decine e decine di associazioni che si battono contro ogni  forma di censura e di oscuramento. Ci auguriamo che la sua non sia stata solo una frase ad effetto, uno slogan da campagna elettorale, ma il preannuncio di una grande mobilitazione capace di mettere insieme tutte le forze politiche e sociali che credono nella costituzione e nella legalità repubblicana.

Tetto o non tetto, perché non promuovere subito una iniziativa comune in Italia e in Europa? Perchè non sottoscrivere tutti l’esposto già presentato da Articolo 21 all’Osce per chiedere l’invio di un gruppo di arbitri internazionali? Perché non chiedere alla Commissione europea di monitorare la situazione italiana e di assumere i provvedimenti conseguenti? Perché non promuovere una campagna comune per impedire lo scippo del voto referendario e per chiedere che ai cittadini sia consentito di essere messi nelle condizioni di conoscere per poter votare in modo libero e consapevole?

La denuncia di Bersani, dunque, è assolutamente condivisibile, ma ora spetta a lui convocare tutte e tutti per una iniziativa comune, sopra o sotto il tetto della autorità, purchè si faccia e si faccia subito e prima che altre truffe vadano a compimento.

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