Scuola

Scuola, il Pdl deposita un testo di legge contro i “prof politicizzati”

Detto fatto. Poche settimane fa il premier se l’era presa con gli insegnanti di sinistra che  “inculcano negli studenti valori diversi da quelli della famiglia”. Ora arriva la proposta di legge contro i prof che “fanno propaganda politica o ideologica nelle scuole”. Gli insegnanti potranno essere puniti con la sospensione “per almeno 1-3 mesi”. E’ quanto prevede la proposta di legge appena presentata alla Camera dal deputato del Pdl Fabio Garagnani, componente della Commissione Cultura di Montecitorio.

“L’importante – dice il parlamentare – era inserire nel Testo unico sulla scuola il divieto di fare ‘propaganda politica o ideologica’ per i professori”. “Per quanto riguarda le sanzioni – aggiunge – queste dovranno essere contenute poi in dettaglio in un provvedimento attuativo della legge”.

Segue giustificazione in linea con il verbo del capo: “La propaganda politica non può trovare tutela nel principio della libertà dell’insegnamento enunciato dall’Articolo 33 della Costituzione. Un conto infatti è tutelare la libertà di espressione del docente, un’altra è quella di consentire che nella scuola si continui a fare impunemente propaganda politica”.

E sono molti, secondo l’esponente del Pdl, i casi in cui i professori oltrepassano questo limite. “Soprattutto in Emilia Romagna – aggiunge – tra i professori della Cgil”. Così Garagnani propone di inserire nel decreto legislativo del 16 aprile ’94 numero 297, un nuovo articolo (il 490-bis) nel quale si specifica per la prima volta in modo diretto che “il docente dovrà astenersi in ogni caso da qualunque atto di propaganda politica o ideologica nell’esercizio delle attività di insegnamento anche di carattere integrativo, facoltativo od opzionale”.

A vigilare che questo non avvenga, spiega ancora il deputato del Pdl nella sua proposta, dovrà essere “il responsabile della scuola”, cioè il dirigente scolastico. Garagnani, modificando il Testo unico sulla scuola, propone anche una norma che specifichi come l’insegnamento della religione non possa essere considerato semplicemente “lo studio della storia delle religioni”.