Ruby ad Arcore non l’ho portata io, né Fede, ma un paio di imprenditori amici del presidente del Consiglio. In ogni caso, questo non cambia le cose perché ad Arcore non è successo niente”. Così Lele Mora si difende dall’accusa di favoreggiamento della prostituzione, anche minorile, per cui è indagato insieme al direttore del Tg4, Emilio Fede, e alla consigliera regionale lombarda Nicole Minetti. Gli inquirenti ipotizzano che in diverse occasioni i tre abbiano portato una trentina di escort – tra cui l’allora minorenne Ruby – alle cene nella residenza del premier Silvio Berlusconi. La spiegazione di Mora sembra anche una riposta alle dichiarazioni di qualche giorno fa del coindagato Fede, secondo cui la giovane marocchina sarebbe stata portata ad Arcore “da un impresario del mondo dello spettacolo”. Ma l’agente dei vip si difende: “Non sono un magnaccia”. E ancora sui due coindagati icommenta: “Siamo come i tre capponi manzoniani che si beccano e alla fine siamo finiti in padella per il matrimonio dei ‘Promessi sposi’”.

“Ruby ad Arcore non ha mai avuto rapporti sessuali con il premier – ha aggiunto Lele Mora – è una ragazza giovane che mi ha fatto molta tenerezza, tanto che dopo che ha litigato con mio figlio, ho chiesto a mia figlia di prenderla in affidamento”. Il manager racconta di essere stato avvicinato da Karima El Mahroug per essere inserita nella sua scuderia, “mi dissi disponibile – spiega – poi scoprii che aveva già fatto un casting nella mia agenzia in cui aveva dichiarato di avere 22-23 anni. Questo documento lo produrremo al processo”. “Avevo capito quanta bontà e tristezza ha questa ragazza”, continua l’agente dei vip, anche se specifica di non poter prenderla tra i suoi clienti, “perché non voglio persone che siano coinvolte in vicende giudiziarie”, spiega. Ma Mora parla anche del premier, “una persona speciale, generosa che mi ha solo aiutato” e con cui è legato da “affetto, amicizia e grande stima”. L’impresario si riferisce anche al trasferimento di denaro che il presidente del Consiglio avrebbe fatto nei suoi confronti. Soldi che Mora spiega di aver usato per “per pagare le prime necessità” della sua società. E sulla presunta percentuale arrivata a Emilio Fede, spiega che si tratta solo di una restituzione dopo “anticipi personali” fatti dal direttore del Tg4. “C’è qualcuno che vuole fare delle cose contro il premier, ma io sono certo di non avere colpe”, così Mora si spiega il suo coinvolgimento nell’inchiesta e in un ambiente secondo lui dipinto dai giornali come popolato solo da escort e droghe. “A casa mia l’unica ‘polvere’ è quella dei mobili – commentata – Le mie artiste vengono scambiate per escort. Nella mia casa è passato il mondo, invece ora vengo indicato come un magnaccia”, lamenta Mora.

“Gli atti li stiamo esaminando. Allo stato non ci sono elementi per il rinvio a giudizio, ma è certo che non chiederemo riti alternativi” è il commento di Nicola Avanzi, legale di Lele Mora, in attesa dell’udienza preliminare fissata per il 27 giugno. Il più noto impresario della tv intanto ci tiene a sottolineare la sua amarezza per il comportamento “di gente che ho aiutato per trent’anni”, spiega. Ex artisti della sua scuderia che, sostiene Mora, “ho creato e arricchito” e adesso “sono trattato come un lebbroso”. Tra queste, soprattutto Simona Ventura: “E’ una mia creatura, ma lei ha tentato più volte d attaccarmi – conclude Mora – Ho una grandissima tistezza perché non ricevo nulla da quelle persone a cui ho dato tanto”.

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