La ripresa globale “sta guadagnando forza” e anche in Europa “è attesa consolidarsi”. Per il Fondo monetario internazionale il Pil di Eurolandia salirà dell’1,8% quest’anno e del 2,1% il prossimo. Sullo sfondo aleggia però la crisi dei debiti sovrani “che si è intensificata” e rischia di diffondere il contagio dalla periferia verso le economie più avanzate del continente. Nel suo Rapporto regionale dedicato al vecchio continente il Fondo stima che l’Europa nel suo complesso crescerà del 2,4% quest’anno e del 2,6% il prossimo. Destinate a rientrare le tensioni inflazionistiche che nell’area dell’euro si attesteranno al 2,3% nel 2011 per poi scendere all’1,7% nel 2012. Per questo l’organismo di Washington invita la Bce a mantenere una politica monetaria “relativamente accomodante”.
Dal rapporto, spiega il direttore del dipartimento europeo del Fondo, Antonio Borges, emerge “un messaggio di tranquilla fiducia. L’Europa”, aggiunge, “sta facendo bene nel complesso e le nostre proiezioni per i prossimi mesi sono positive”. Tuttavia non e’ ancora il momento di tirare il fiato. Gli sforzi di risanamento dei conti pubblici e sistema finanziario devono proseguire. Inoltre, bisogna introdurre riforme strutturali “per generale una crescita solida e sostenibile”: restano, afferma il Fondo, “il miglior antidoto contro la radicata disoccupazione e i declinanti standard di vita”. Per l’Italia la stima di crescita resta fissata all’1,1% quest’anno e all’1,3% il prossimo. L’inflazione è invece prevista attestarsi rispettivamente al 2% e al 2,1% nei due anni. In generale, il Fondo vede nel nostro Paese una discreta ripresa dei consumi, mentre piu’ debole e’ il riavvio degli investimenti. Sul fronte dei conti pubblici, il rapporto deficit/Pil viene fissato dall’Fmi al 4,3% nel 2011 e al 3,5% nel 2012, meglio della media di Eurolandia dove il dato e’ visto attestarsi rispettivamente al 4,4% e al 3,6%.