“Io ho rinunciato ad una amnistia per affrontare un giudizio di merito ed essere assolto, Berlusconi ha beneficiato dell’amnistia”. Così Giuliano Pisapia, candidato sindaco per il centro sinistra a Milano, risponde al premier Silvio Berlusconi, che ha condiviso la strategia d’attacco del sindaco e candidato Pdl Letizia Moratti. “Pisapia è amico dei violenti”, ha detto il presidente del Consiglio nel pomeriggio. Questa mattina invece il primo cittadino spiegava che la sua “è la storia di una persona moderata per nascita“, al contrario del presunto passato turbolento dello sfidante. Era questo che avrebbe voluto dimostrare ieri, nel faccia a faccia con Pisapia. Quando, aspettando gli ultimi venti secondi e sicura di non poter ricevere repliche, la Moratti ha accusato l’avvocato milanese di essere stato condannato in primo grado negli anni Settanta per il furto di un’auto. Per poi aggiungere oggi la sua vicinanza di quegli anni “ad ambienti terroristici”.
Peccato che il sindaco dimentichi di ricordare anche che Pisapia è poi stato assolto in appello con formula piena per non aver commesso il fatto. Distrazione per cui il candidato di centrosinistra ha già deciso di querelare la Moratti per diffamazione aggravata. Se il premier ha apprezzato – sostenendo che la sua candidata abbia “fatto bene a uscire le unghie” – secondo Pisapia Berlusconi “mistifica la realtà, sostenendo che sono stato condannato, ma questo non è mai accaduto e Berlusconi, che se ne intende di condanne e amnistie, dovrebbe saperlo bene”.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, continua a chiedere di abbassare i toni della campagna elettorale. Ma il premier se ne tira fuori: “Dico che non era indirizzato a noi”. Perfettamente in linea si sentono invece i sostenitori di Pisapia, che si dicono “diversi” dai militanti del Pdl e da quanti appoggiano la Moratti, “diversi anche nello stile”. Ed è proprio Pisapia a dettare la linea della calma. Il candidato di centro sinistra ha trascorso la penultima serata pre-elettorale a un’iniziativa organizzata da ‘Libertà e Giustizia‘, insieme a diversi altri ospiti tra cui Umberto Eco, Gae Aulenti e Luca Sofri. “La Moratti ha ormai perso la testa”, commenta, invitando a vincere le elezioni con “gli argomenti della ragione”. Gli stessi che porterà in Tribunale insieme ai legali scelti per rispondere agli attacchi del sindaco: Umberto Ambrosoli – figlio di Giorgio Ambrosoli, ucciso dalla mafia a Milano nel ’79 – e Lodovico Isolabella. Dopo l’annuncio di ieri della querela, i tre decideranno nei prossimi giorni quando e come formalizzare l’iniziativa legale.