NEW YORK – Negli Anni Novanta ha guidato la “rinascita” dell’America conservatrice, indebolendo Bill Clinton. Vent’anni dopo, si prepara a sfidare Barack Obama (e i colleghi repubblicani) nella speranza di entrare alla Casa Bianca dopo le elezioni del 2012. Lui è Newt Gingrich, uno dei politici più conservatori degli Stati Uniti. Che però vuole stare al passo coi tempi, annunciando la sua candidatura non solo con l’inevitabile intervista a Fox News e l’intervento alla convention repubblicana in Georgia, ma pure su Twitter, Facebook e con il sito Newt.org
“Ho lavorato con Ronald Reagan in un periodo molto difficile, e siamo riusciti a creare posti di lavoro”, ricorda Gingrich in un video pubblicato su Internet, sottolineando che in quell’epoca ci fu la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Quindi l’ex speaker elenca i risultati ottenuti quando era alla Camera: “Riforma dell’assistenza sanitaria, controllo delle spese, riduzione della disoccupazione”. Tutte cose “che abbiamo fatto prima, che possiamo fare ancora”. Naturale davanti alla telecamera, appare deciso e convinto, non mostra i suoi 67 anni.
Oltre che per le posizioni molto a destra, Gingrich è famoso per aver guidato, da speaker della Camera, la “rivoluzione repubblicana” che dal parlamento lanciava le “picconate” contro la Casa Bianca di Bill Clinton. Erano tempi di “coabitazione” tra democratici e repubblicani, nemmeno troppo diversa da quella di oggi: Obama è presidente ma alla Camera c’è una maggioranza repubblicana, mentre il Senato è sempre in bilico.
Gingrich è un ideologo di destra, appassionato di storia e autore di libri che raccontano la battaglia di Gettysburg e l’attacco di Pearl Harbour. E’ un politico abile, che può vantare di aver messo un freno (magari selvaggio) alla spesa pubblica e di aver contribuito a creare posti di lavoro. Agli occhi dei conservatori più radicali, deve scontare i tradimenti consumati mentre era sposato, anche se ha chiesto poi scusa di fronte a Dio, ed ha sposato Callista, la donna che lo aveva portato all’adulterio.
Scott Reed, stratega del partito di Bush, sostiene che Gingrich “continua ad essere il leader intellettuale del partito repubblicano, un ragazzo con molta energia ed esperenzia”. Ci crederanno anche gli americani? Gli altri candidati repubblicani – tra cui Mitt Romney e Donald Trump – proveranno a scalzarlo. Sarah Palin, fenomeno anti-Obama del 2008, potrebbe raccogliere più consensi visto che è diventata una celebrità.
E poi ci sono gli altri papabili. Il governatore dell’Indiana, Mitch Daniels, già responsabile per il bilancio sotto Bush figlio. L’ex ambasciatore degli Usa in Cina, Jon Huntsman. L’ultra-cristiano Mike Huckabee, l’ex governatore del Minnesota Tim Pawlenty, oltre che i parlamentari Ron Paul del e Michele Bachmann.
di Matteo Bosco Bortolaso