L'autorità garante per le comunicazioni ha stabilito una sanzione di 100mila euro ciascuno. Motivo del richiamo la "inadeguata osservanza degli ordini impartiti" martedì riguardo all'equilibrio politico in vista delle elezioni. Mediaset: "Dall'autorità illegittimo cambio di regole per pressioni politiche"
Sanzioni da 100mila euro per il Tg4 e Sky. Per la “inadeguata osservanza degli ordini impartiti” martedì in materia di par condicio. Lo ha deciso l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che ha esaminato i dati del monitoraggio degli ultimi due giorni e gli esposti pervenuti per segnalare un disequilibrio nelle informazioni riportate. “Il Tg4 in realtà anche prima dell’ordine si era scrupolosamente attenuto ai criteri di valutazione dell’equilibrio tra soggetti politici dettati dalla stessa Agcom – ha riposto Mediaset in una nota – realizzando una programmazione assolutamente equilibrata per tutta la campagna elettorale”. L’azienda ha annunciato che ricorrerà al Tar contro la decisione dell’Agcom, accusata di aver “illegittimamente” modificato le regole, “adeguandosi, parrebbe, alle istanze e pressioni di alcuni soggetti politici”, scrivono da Mediaset. Critico contro la decisione dell’Agcom, anche se in senso opposto, è anche il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, secondo cui “non è accettabile che Berlusconi faccia quel che vuole alla modica cifra di qualche multa che non fa fatica a pagare”. “Mi avete visto andare sui tetti per le scuole e l’università – ha concluso -, vado sui tetti anche dell’Autorità garante delle comunicazioni”.
“Resistere, resistere, resistere, e anche andare a votare, votare, votare”. Così commenta la sanzione il direttore del Tg4, Emilio Fede. Ci sarebbero “troppe coincidenze” che spingono, secondo il direttore, alla necessità di un voto “per chi si vuole, purché si voti”. “Berlusconi che deve presentarsi proprio lunedì come imputato al tribunale di Milano – elenca Fede – un giornale (Il fatto quotidiano, ndr) che dedica la prima pagina a Minzolini come se fosse un normale delinquente, l’Agcom che cambia le regole del gioco mentre siamo in pieno svolgimento”. E ancora, continua il direttore, “l’accanimento che arriva da Zaccaria, ex presidente della Rai e perciò personaggio super partes, al punto che appena uscito da Viale Mazzini prese il megafono in un’assemblea del centrosinistra per urlare contro Berlusconi e il berlusconismo”. “Se tanto mi dà tanto – conclude Fede – il risultato è che bisogna andare a votare”. Dall’Agcom rispondono che l’autorità “non fa valutazioni politiche” e che “le decisioni odierne in materia di par condicio sono state assunte sulla base di valutazioni esclusivamente tecniche – precisano in una nota – e di un attento esame delle trasmissioni”.
L’Agcom intanto ha sottolineato che “proseguirà a vigilare con particolare attenzione, in queste ultime giornate, sul rigoroso rispetto di tutte le disposizioni da osservare nel periodo elettorale”, In caso di violazione, partiranno le sanzioni. L’autorità garante ricorda che il silenzio elettorale, in occasione delle consultazioni di domenica e lunedì, inizierà alla mezzanotte di oggi e durerà fino alle 15 di lunedì. Sarà vietato riproporre le posizioni politiche espresse nei giorni precedenti allo stop e invitare come ospiti nei diversi programmi candidati, membri di governo, esponenti di partito e movimenti politici. Se non per reali esigenze di informazione e solo all’interno delle testate giornalistiche. “La presenza è vietata in tutte le altre trasmissioni”, specifica l’Agcom.
A favore delle sanzioni sono stati il presidente dell’autorità Corrado Calabrò e i commissari Michele Lauria, Gianluigi Magri e Sebastiano Sortino. Ha invece votato contro il provvedimento nei confronti del Tg4 il commissario Antonio Martusciello, che si è astenuto per quanto riguarda Sky.