La Procura di Benevento ha ottenuto il sequestro del pacchetto detenuto dal presidente rosanero Maurizio Zamparini nell'ambito di un'inchiesta sulla costruzione di un centro commerciale. Fra gli indagati anche i coniugi Mastella. La vicenda potrebbe impedire l’annunciata cessione della squadra al gruppo saudita Al Hokair
La procura di Benevento ha ottenuto il sequestro cautelare del pacchetto di maggioranza del Palermo Calcio. Una notizia in parte anticipata dal fattoquotidiano.it (leggi), che lo scorso 5 aprile aveva scritto delle indagini della procura campana sulle attività imprenditoriali del presidente rosanero Maurizio Zamparini.
Il pm Antonio Clemente ha ottenuto dal Tribunale del Riesame di Benevento il sequestro cautelare del pacchetto azionario della squadra siciliana per circa 17 milioni di euro. I giudici hanno invece negato il sequestro del centro commerciale I Sanniti, la cui realizzazione è al centro dell’inchiesta, non essendone certa la titolarità di Zamparini.
La vicenda potrebbe impedire l’annunciata cessione del Palermo al gruppo Al Hokair dell’Arabia Saudita, che Zamparini dava ormai quasi per conclusa.
Il provvedimento arriva dopo una sentenza della II sezione penale della Cassazione che un mese e mezzo fa ha accolto il ricorso del pm e ha ritenuto fondate le ipotesi dell’accusa, e l’esistenza di un ingiusto profitto dal quale cautelarsi attraverso il sequestro. Proprio poche settimane fa la Procura campana ha notificato l’avviso di concluse indagini. Oltre a Zamparini, risultano indagate altre undici persone tra cui i coniugi Clemente e Sandra Mastella. L’inchiesta riguarda una serie di presunte truffe e corruzioni che Zamparini e i suoi collaboratori avrebbero compiuto per costruire ed aprire il centro commerciale ‘I Sanniti’ nella periferia di Benevento. Secondo il pm, l’imprenditore friulano della grande distribuzione avrebbe violato i patti assunti con il Comune, che aveva concesso i permessi a condizione che venisse eseguito un abbattimento di un manufatto abusivo (mai compiuto) e venisse concessa all’ente pubblico un’area di poco più di 21mila metri quadrati, che invece Zamparini avrebbe ceduto a due società di leasing. Un filone d’indagine invece riguarda le promesse di assunzioni clientelari che Zamparini e i suoi uomini di fiducia avrebbero fatto a politici e funzionari locali per ‘accelerare’ le pratiche amministrative ed urbanistiche.
In precedenza, la Procura si è vista negare dieci misure cautelari sia dal Gip di Benevento che dal Riesame di Napoli (tra cui gli arresti domiciliari per Zamparini). I Mastella – per i quali il pm non ha chiesto alcuna misura cautelare – sono indagati per corruzione perché avrebbero mosso un loro assessore, anch’egli indagato e titolare della delega all’Urbanistica all’epoca dei fatti, in favore di Zamparini. In seguito l’imprenditore ha fatto partire un bonifico di 50.000 euro all’associazione culturale ‘Iside Nova’ presieduta da Lady Mastella.
Zamparini ha reagito al sequestro delle azioni attraverso una conferenza stampa nello stadio Barbera di Palermo: ”In questo Paese succede di tutto, a Benevento c’e’ un pm che mi perseguita per la costruzione di un centro commerciale, ma io ho fatto le cose in maniera regolare e ho creato 300 posti di lavoro. I miei legali stanno preparando un ricorso alla Corte Europea di Strasburgo contro questo pm, che ha gia’ chiesto i miei arresti domiciliari che il gip ha respinto. Ora vuole sequestrare il 70 per cento delle quote del Palermo”. ”Peccato – ha aggiunto – che le quote del Palermo siano in Svizzera, al sicuro”. Ma non compromettere la trattativa con gli arabi, Zamparini ha chiesto ai suoi avvocati di dare una garanzia per i 17 milioni sequestrati attraverso altre sue proprietà. “Se rifiuteranno perché vogliono le azioni del Palermo mi dimetterò e lascerò il calcio”.