Il titolare della ditta che ha vinto la gara per il rifacimento della scuola e dello stadio di Serramazzoni (duemila abitanti) è indagato a Reggio Calabria per turbativa d'asta in un'inchiesta della Dda
L’ intreccio spunta anche sull’appennino emiliano da un’inchiesta della guardia di finanza relativa a due commesse del Comune di Serramazzoni, paesino di 2mila anime che svetta a 800 metri sulla provincia modenese. Gli avvisi di garanzia per il reato di “turbata libertà di scelta del contraente” sono stati notificati al sindaco Luigi Ralenti del Pd, al direttore tecnico Maria Rosaria Mocella e al presidente del Serramazzoni Calcio Marco Cornia. I pubblici ministeri Claudia Natalini e Giuseppe Tibis stanno cercando di appurare eventuali irregolarità nelle assegnazioni di un appalto per il completamento del polo scolastico e di un project financing per ridisegnare lo stadio della squadra locale che milita nella prima categoria dei dilettanti: nel complesso un investimento base, pubblico e privato, da un milione e mezzo di euro. Al di là della procedura, gli inquirenti sospettano che ditte concorrenti siano state indotte a non partecipare alle gare, anche attraverso intimidazioni da parte di soggetti ignoti.
I lavori edili, direttamente e tramite la costituzione di un’associazione temporanea di imprese, sono stati affidati alla Restauro e Costruzioni di Giacomo Scattareggia, attualmente imputato per turbativa d’asta a Reggio Calabria. L’imprenditore originario della Piana di Gioia Tauro da anni opera al nord con un ufficio commerciale a Pisa. E’ coinvolto nell’indagine della Dda calabrese che lo scorso anno portò all’arresto di 26 presunti affiliati alle cosche Rodà-Basile di Condofuri, in grado di influenzare gli appalti pubblici e le scelte politiche del Comune calabrese poi sciolto per mafia (le ‘ndrine avrebbero fatto eleggere un loro uomo, Filippo Rodà di professione infermiere).
Scattareggia non è accusato di mafia: al processo col rito abbreviato che si terrà il mese prossimo a Reggio Calabria dovrà rispondere di turbativa d’asta. Anche a Modena la Guardia di Finanza indaga su un’ipotesi di reato simile (introdotta di recente nel codice penale con l’articolo 353bis) in relazione ai due appalti di Serramazzoni, per appurare se i procedimenti amministrativi (ovvero i bandi di gara) siano stati turbati da “promesse, violenza o minaccia”. Se i lavori di completamento del polo scolastico sono già terminati al costo previsto di 230mila euro, l’ambizioso progetto di restyling della tribuna e del campo sportivo “Pio Roccaforti”, datato 2007, ha subìto vari rallentamenti.
Si tratta di un project financing affidato alla Fc Serramazzoni, capofila dell’ associazione temporanea di imprese costituita con Restauro e Costruzioni e la modenese Vellani e Pellacani. L’impegno finanziario sottoscritto dalla società sportiva è di milione e centomila euro, sostenuti per oltre la metà da un mutuo del Monte dei Paschi di Siena con garanzia dell’Ente locale. Gli indagati negano ogni addebito e rispondono di non aver mai saputo dei problemi giudiziari di Scattareggia, in regola coi documenti (il Durc è stato presentato il 27 aprile). In particolare il presidente del Serramazzoni si dice vittima della situazione: “Non ho mai preso soldi pubblici – spiega Marco Cornia, assistito dall’avvocato Lorenzo Bergami – i 50mila euro di contributi di spese di gestione del Comune non copriranno neppure gli interessi del mutuo per un investimento complessivo che arriverà a due milioni di euro. Pagai anche 50mila euro di debiti della vecchia gestione, non avevo alcun interesse”.
Allora perché un investimento imponente? “Lo abbiamo fatto per passione, in quanto ci sono duecento bambini che vengono qui e una squadra di prima categoria. Non conoscevamo i calabresi, il titolare l’ho visto solo una volta alla firma del contratto. Abbiamo prima contattato altre due ditte e solo in seguito ci siamo rivolti a loro, in quanto lavoravano già con il Comune di Serramazzoni”.