Parigi perde il candidato socialista alle presidenziali 2012, Bruxelles la guida dell’Fmi e i paesi Ue in crisi tremano. Se la colpevolezza di Dominique Strauss-Kahn per molestie sessuali è ancora tutta da accertare, due cose invece sono sicure: la sua carriera internazionale e politica è finita e le ripercussioni della sua caduta non si faranno sentire solo a Parigi. Mentre gli opinion leader francesi ritengono ormai impossibile la candidatura di DSK all’Eliseo per le presidenziali del 2012, a Bruxelles si temono gli effetti della decapitazione del Fondo Monetario Internazionale in un momento chiave per l’equilibrio finanziario europeo.
Proprio ieri Strauss-Kahn avrebbe dovuto incontrare la cancelliera tedesca Angela Merkel per parlare ancora di Grecia e sciogliere gli ultimi dubbi di Berlino sul secondo aiuto da 60 miliardi di euro indispensabile a salvare il governo di Atene dal fallimento. Oggi, invece, avrebbe dovuto guidare una delegazione del Fmi alla riunione dell’Eurogruppo di Bruxelles, sul tavolo, oltre alla Grecia, la possibile nomina di Mario Draghi alla Bce. Ma i problemi per l’Europa non finiscono qui. Con la caduta di DSK alla guida del FMI, si affievoliscono le speranze di vedere un altro europeo alla guida dell’organizzazione internazionale, che mai come in questi anni ha giocato un ruolo da protagonista nella prevenzione di dissesti finanziari vicini ai confini dell’Ue e nel mediare l’intervento di Bruxelles in Grecia, Irlanda e Portogallo. Secondo Jean Pisani-Ferry, direttore della società di consulenza “Bruegel economic”, “il successore di DSK sarà molto probabilmente un non-europeo, e questo comporterà un nuovo bilanciamento meno eurocentrico delle priorità del Fondo”. “Hanno voluto colpire l’Fmi alla vigilia del possibile crac greco e del G20, è una trama internazionale”, ha denunciato la socialista francese Michéle Sabban.
E proprio la tesi di un “complotto internazionale” comincia a farsi largo in Francia, qualcosa che potrebbe andare ben al di là dell’eliminazione del candidato principe dei socialisti alla corsa all’Eliseo del 2012. La prima a parlarne è stata Christine Boutin, presidente dei Cristiano-democratici francesi: “Penso che con ogni probabilità sia stata tesa una trappola a Strauss-Kahn e che lui c’è cascato in pieno”. Ma chi ne sarebbe l’artefice? “Forse qualcuno del Fmi stesso, forse dalla destra francese, forse dalla sinistra”. Insomma, una vera “buccia di banana messa sotto i piedi di DSK”, per usare la metafora di Jean-Louis Borloo, copresidente del partito radicale «rue de Valois» D’altronde, come spiega Borloo, «tutti sanno che il suo punto debole sono le donne». Secondo molti la cabina di regia di questo ipotetico complotto sarebbe proprio a Parigi. L’economista, scrittore e banchiere francese Jacques Attali fa presente che l’hotel Sofitel, luogo del presunto tentativo di stupro, appartiene ad una nota catena francese. Un altro fatto strano, come ha rivelato il quotidiano francese Liberation, è che il primo a divulgare la notizia su Internet, prima ancora della stampa americana, sia stato con un twitter un giovane militante UMP (il partito di Sarkozy).
Ma qualora ci fosse davvero un complotto, quale sarebbe il vero obiettivo? “Eliminare il probabile candidato socialista alle presidenziali 2012”, come ha detto Henri de Raincourt, ministro francese per i Territori d’Oltremare, oppure “decapitare l’Fmi stesso, ovvero l’uomo più potente al mondo dopo Barak Obama”, come sospettato da Michèle Sabban, vice presidente del consiglio regionale Ile-de-France? Una cosa è sicura, «le speranze di candidatura di Strauss-Kahn sono ormai nulle», parola della leader del Fronte nazionale e figlia d’arte Marine Le Pen, che i sondaggi davano come l’avversaria più probabile di DSK al secondo turno delle presidenziali. E il partito socialista non può che stringersi a riccio per incassare il colpo, come lascia intendere Martine Aubry, segretario del PS nonché figlia di Jacques Delors.