Il Financial Times di oggi scrive che i consiglieri del Fondo monetario internazionale si trovano davanti alla difficile decisione se chiedere o meno l’immunità diplomatica per il direttore generale Dominique Strauss Kahn. In base allo statuto dell’Fmi, i suoi funzionari “sono immuni da processi giudiziari per azioni espletate nella loro capacità ufficiale, salvo quando il Fondo revoca tale immunità”.

Non si capisce perché la decisione sia così difficile. Qualunque cosa sia successa in quella camera d’albergo da 3mila dollari a notte, il potente donnaiolo francese non stava certo espletando una azione inerente la sua “capacità ufficiale”. Quindi di che immunità stiamo parlando?

Ammettiamo pure che Strauss Kahn sia vittima di un complotto (e la tempistica può destare qualche ipotesi di “fumus persecutionis”), sarebbe nell’interesse dello stesso accusato che la verità venisse a galla al più presto. Quindi (di nuovo) niente immunità.

E poi, se permettete, l’immunità nel caso di un’accusa così grave come quella di violenza sessuale, andrebbe abolita tout court.

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