Ma dopo pochi minuti il pubblico, i giornalisti, e gli editori presenti ieri a Torino hanno scoperto l’inganno: Narioca Press non è altro che l’anagramma di San Precario. Tutto finto: la casa editrice, il libro, l’autore, il sito web, il catalogo, l’ufficio stampa. Finta anche la contestazione che ha rappresentato l’apice di una serie di azioni di informazione e disturbo nelle giornate della kermesse. È bastato togliere le sovracopertine del libro pubblicato da Narioca Press per scoprire che sotto… c’erano i Quaderni di San Precario, la rivista edita dai devoti del santo e che contiene un articolo scritto dalla Rete dei redattori precari, che ha creato la beffa Narioca Press insieme a San Precario.
Così la presentazione è diventata un momento di denuncia dei meccanismi di precarietà dell’industria editoriale, grazie alla cospirazione dei redattori. Così, mentre polizia e giornalisti si aspettavano chissà quale contestazione, i precari dell’industria del libro si sono presi in modo divertente e rumoroso uno spazio del Salone per parlare di contratti, di welfare, di sfruttamento, avanzando una proposta per rispondere alla condizione di precarietà: lo sciopero precario, che verrà lanciato dopo l’estate e dimostrerà che se i precari e le precarie si fermano, il paese si blocca.
Dal Salone del libro sono arrivati due segnali forti: il primo è che i redattori precari vogliono farsi vedere, vogliono diritti e non solo doveri, vogliono un nuovo welfare, vogliono un reddito di base universale e incondizionato, vogliono diventare protagonisti e non limitarsi a subire la precarietà. Vogliono che le case editrici inizino a sentirsi un po’ meno sicure nel fare il bello e il cattivo tempo con lavoro e contratti, che sappiano che qualcuno le sta tenendo d’occhio. Vogliono che altri redattori precari trovino il coraggio di rompere i vincoli di ricattabilità e fidelizzazione, trovino consapevolezza e fiducia nell’organizzarsi insieme.
Il secondo segnale è che sul tema della precarietà c’è un forte consenso: dopo la presentazione di Narioca Press, i precari hanno sfilato all’interno del Salone, inscenando una processione aperta dalla Samba band e dal gonfalone di San Precario. Il pubblico della fiera non si è limitato ad avvicinarsi curioso, guardarci sfilare, chiedere santini. Ha applaudito e cantato, e decine di persone si sono accodate alla gioiosa processione.
Nella foto, la contestazione di San Precario al Salone del Libro di Torino. Per ingrandire clicca qui
http://www.youtube.com/watch?v=5oLVrA4GTnU